Silvia Barbera, infermiera eoliana a Milano : “a Lipari non è ancora chiaro che di questo virus si muore”

di Silvia Barbera

Ciao Peppe, chi ti scrive è innanzitutto un’eoliana, una liparota emigrata 8 anni fa in Lombardia per questioni lavorative, ma che non ha mai dimenticato il luogo natio in cui tutt’ora vivono i miei cari. Attraverso questa mia lettera però non voglio parlare ai miei compaesani da semplice cittadina, amica, parente, ma voglio parlare a loro da professionista, che vive e tocca con mano ciò che sta succedendo a causa dell’emergenza coronavirus. Sono infermiera, lavoro a Milano e vivo sul campo tutto ciò che molti cercano di capire guardando i vari programmi televisivi, i TG e i talk che ogni giorno parlano di questo “Nemico Invisibile”.

Nonostante la TV ed i giornali affrontino sempre questo argomento, ci sono ancora persone che, a mio parere, non hanno capito nulla. Persone che viaggiano, escono, persone che non usano guanti e mascherina per andare a fare la spesa; per carità, ci sono anche qui ma si possono contare sulle dita delle mani. Vivo lontana dalle Eolie circa 1200 km e, nonostante abbia un’altra residenza, mi sento di appartenere ancora adesso alla comunità eoliana e per questo motivo mi tengo informata tramite i vostri notiziari, le dirette del sindaco e quant’altro.

È proprio dopo aver letto molti degli articoli, lettere di accuse e di giustificazioni che ho deciso di scrivere. Conosco la situazione della sanitá alle Eolie, in Sicilia, e al sud in generale, ed è proprio per questo motivo che anche se avessi svolto un altro lavoro non mi sarei mai sognata di fare rientro a casa, proprio per non mettere a rischio la mia comunità.

Svolgo un lavoro per il quale io stessa non vengo “tamponata”, metto a rischio la mia di vita per salvare la vita di qualcun altro. È vero, è un lavoro che ho scelto, non per il 27 del mese, infatti, come tutti sanno, rispetto alla situazione europea, non viene ripagato per come dovrebbe, ma l’ho scelto per passione, passione che mi è stata trasmessa dalla mia famiglia (quasi tutta appartenente alla categoria). Scrivo con un senso di amarezza per tutte le notizie che leggo e per alcuni comportamenti di eoliani, che, come dicono, amano le proprie isole. Purtroppo non vi è consapevolezza del fatto che questo “Nemico Invisibile” non guarda in faccia nessuno: ricco, povero, di ceto alto o basso, imprenditore o semplice operaio, anziano ma anche giovane.

Nessuno è, purtroppo, escluso. Immaginate per un momento cosa significhi vedere un parente, un amico, un conoscente, o anche semplicemente un concittadino, essere trasportato in ospedale, aggravarsi e dover ricorrere a delle cure intensive, quindi ad un’intubazione. Non riuscire ad essergli vicino, ad aver notizie ed a poter stringergli la mano. A veder trascorrere le ore, i giorni, le settimane senza alcuna notizia, senza sapere se possa mai farcela o meno. Ore passate a pregare (per chi è credente) o a sperare nel risveglio del proprio caro, a sperare di poterlo riabbracciare. Immaginate tutto questo. Immaginate queste persone che noi assistiamo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Persone come me, come voi, che stanno male, non riescono a respirare, che si sentono morire e si aggrappano a noi infermieri, che (come abbiamo sempre fatto) cerchiamo oltre che ad aiutarli con le terapie, anche di stargli accanto rincuorarli, dargli una parola di conforto.

Ovviamente tutto ciò è possibile finché i pazienti sono ancora svegli, una volta intubati è tutto un altro discorso, ma ovviamente noi siamo sempre lì, a metter in atto studi e conoscenze per poter fare sì che guariscano, e riprendano a respirare autonomamente. Nessuno vorrebbe ritrovarsi con un tubo in gola, immagino. Ringrazio pubblicamente tutti coloro che ci acclamano come Eroi in questo momento, ma noi ci siamo sempre stati, mettendo passione e amore nel nostro lavoro. Ed in questo momento chiediamo solo un piccolo aiuto da parte vostra: RESTARE A CASA.

Mi sento però di rivolgermi a chi questo monito collettivo da parte nostra e dei medici non l’ha ancora compreso. Non è forse ben chiaro a tutti che si muore, anche senza patologie concomitanti, si muore. Con grandi difficoltà a Milano stiamo affrontando l’emergenza. Il mio stesso ospedale ha ben tre rianimazioni COVID, più altri reparti COVID meno invasivi e siamo al collasso, non oso immaginare se succedesse qualcosa nella mia amata Lipari, isola bellissima che però da molti viene declassata a tal punto da lasciarla perché “Non c’è niente, non c’è futuro per i figli” e quindi si decide di emigrare per lavoro, per realizzare dei sogni; ma non si può abbandonarla e decidere poi, per paura di farci ritorno perché, improvvisamente, come per magia, Lipari diventa bella, le Eolie diventano belle.

Non può essere la nostra isola solo quando abbiamo temiamo un Nemico Invisibile. Deve essere la nostra isola sempre e per questo va salvaguardata e con essa la popolazione che ci vive. Spostarsi, essere autorizzati, viaggiare per lavoro, avere validi motivi, tutto quello che volete, ma sappiamo bene quanti asintomatici esistono. Mi permetto di esprimermi anche riguardo i tamponi: esistono casi di molti falsi negativi. Potrei esser anche io asintomatica e non saperlo. Adesso non ho niente, tra qualche giorno potrei stare male. Qui con le serrate e le strette su spostamenti stiamo riuscendo ad avere dei numeri che calano ma purtroppo, e mi fa male dirlo: il sud pagherà per colpa dell’incoscienza di molti. Chi va a sciare, chi torna da viaggi, chi rientra dall’estero, ed ancora le code al supermercato, chi ancora va a passeggiare, chi non usa guanti e mascherine. Forse ancora non è chiaro che si muore e si muore soli. Esprimo un mio parere e mi complimento per il lavoro dei sindaci. La Sicilia e le Eolie chiuse. Se ancora potete salvarvi, è questo il momento di non mollare.

Scusate per la mia lettera ed il mio sfogo ma ogni giorno continuo a sentire cose che davvero mi lasciano allibita. Spero che gli eoliani capiscano e comprendano la gravità della situazione. Ribadisco che non è piacevole ritrovarsi con un tubo in gola, non è una cannuccia per aperitivo. La situazione che stiamo vivendo in Italia è alquanto grave, spero che riescano a comprenderne tutti la gravità e spero che ognuno si impegni RESTANDO A CASA a contribuire per poter combattere questo virus, cercando di pensare agli altri e non solo a se stessi. Un saluto a tutti gli eoliani Silvia