Su Repubblica di oggi l’interessante articolo di Fabrizio Bertè con il quale si rilancia l’opportunità della DAD nelle isole minori quando mezzi di linea e docenti non riescono a raggiungere le disagiate sedi scolastiche. I consigli d’istituto restano in silenzio.
Il mare è in tempesta e l’aliscafo non parte. E nelle Isole Minori torna l’incubo della dispersione scolastica. I docenti, senza un obbligo di residenza, in inverno, spesso restano a casa. E anche le classi tendono a svuotarsi, complice l’assenza degli insegnanti: «Ma non chiamateci Isole Minori – afferma Vito Vaccaro, vicesindaco delle Isole Egadi – Chiederemo, infatti, con tutti i sindaci isolani, di farci chiamare Isole di Sicilia. Evitiamo la “ghettizzazione”, anche partendo da queste piccole cose. Il problema della dispersione scolastica non è di poco conto.
A Favignana ci sono pochissimi insegnanti residenti, a Marettimo ci sono 3 bambini alla scuola primaria e 6 alla scuola dell’infanzia. A Marettimo, vista la distanza dalla terraferma, gli insegnanti ci vivono, ma questo non avviene a Favignana, dove abbiamo tanti pendolari che giornalmente raggiungono l’istituto comprensivo. Ritengo che la DAD possa essere un ottimo strumento per risolvere questo problema, almeno temporaneamente». “La scuola che non c’è”: è il ritratto invernale di un’istruzione che fatica a decollare. Anche e soprattutto alle Isole Eolie.
E ci sono genitori che chiedono garanzie e soluzioni, tra cui Mimma Sparacino, farmacista di Lipari e rappresentante di classe: «Ho un figlio di 17 anni che frequenta il liceo scientifico – racconta – ma mentre sulla terraferma un insegnante che non si presenta a scuola viene redarguito, sulle isole c’è un’eccessiva tolleranza. Una tolleranza che sfiora l’anarchia. Servono leggi speciali e servono genitori che ci mettano la faccia per difendere il diritto allo studio dei propri figli. Per 3 giorni consecutivi, a Lipari, siamo stati senza insegnanti, alla luce del maltempo che ha bloccato gli aliscafi. Nelle altre “sorelle” la situazione è addirittura peggiore. Servono provvedimenti urgenti e leggi speciali per le Isole di Sicilia. E riattiverei la DAD. Almeno per garantire la continuità». Le fa eco Carolina Barnao, delegata municipale di Stromboli e mamma di 4 figli: «La DAD? Alle Isole Eolie sono allergici – dice ironicamente – Ma ci vogliono leggi speciali per le nostre isole. Quando mia figlia è entrata al liceo, 3 anni fa, proposi la modalità mista, già prima della pandemia.
A Stromboli, nel 2011, abbiamo dato vita all’associazione “Scuola in mezzo al mare”, proprio per evidenziare il problema della continuità didattica dovuta alla nostra “insularità”. Oggi la scuola va avanti regolarmente, ma solo perché le insegnanti, pur non avendo l’obbligo di residenza, hanno deciso di vivere a Stromboli. Alle medie, invece, le docenti di italiano e matematica vivono metà settimana sull’isola. Il problema della dispersione, però, alle Isole Eolie, dopo la scuola media, è davvero enorme. Bisogna pensare prima di ogni cosa ai nostri ragazzi».
E Giuseppe Paino, padre di un figlio di 13 anni, si trova a un bivio: «La DAD – ribadisce – andrebbe a tutelare molti insegnanti che ogni mattina partono alle 5 da Milazzo. Ma soprattutto i ragazzi, a cui si garantirebbe, così, la continuità didattica. L’esperienza della DAD, durante la pandemia, è stata molto positiva. Serve un provvedimento “ad hoc” per le nostre isole e così si abbatterebbero i disagi provocati dal maltempo e dal blocco dei mezzi marittimi». E gli insegnanti chiedono certezze: «Ogni giorno è un’incognita – hanno detto i docenti Vincenzo Drago e Irene Marini – Tutto dipende dalle condizioni del mare. Non sappiamo mai se l’aliscafo parte o non parte. E quando non parte dobbiamo prendere velocemente la nave. Ma quando dobbiamo prendere il traghetto i costi aumentano». E per chi insegna su più istituti, aumentano i disagi: «Insegno su 4 isole – afferma Giusy Di Blasi – e quindi ho più abbonamenti. E una casa in affitto a Lipari. Le spese vanno oltre la metà del mio stipendio».