TAV. V. “Nella parte vecchia della città di Lipari si sale al “Castello” da questa larga gradinata fra case e giardini antichi. Il “Castello” comprende la cattedrale di S. Bartolomeo, il museo archeologico, gli scavi del villaggio neolitico, gli avanzi delle vecchie fortificazioni, e, anche se in scala ridottissima le prigioni.”
Fra tante isole ricche di capperi, di malvasia, di reti, di casette e di ulivi, Lipari è molto importante. Si adagia sulla roccia fortificata, con muraglioni e fortini, come su di un cuscino e guarda sul mare: lì su c’è il municipio, con le scuole e l’ostello della gioventù e le prigioni dove c’è posto per poca gente. Poi c’è la cattedrale di San Bartolomeo, che è il patrono, e ha una festa che dura tre giorni: comincia il 24 agosto e fra processioni, balli, fuochi d’artificio, gare di barche fa impazzire tutta l’isola: è una festa che non si ferma mai, e per tre giorni nessuno va a letto, e tutti fanno cose imprevedibili e impensate, e padri di famiglia si divertono anche a infilare spilloni nelle cosce di altri padri di famiglia, e nessuno pensa a ribellarsi, perché è la festa di “San Bartolo” e tutto è permesso.
Vicino c’è il villaggio neolitico e di fronte il museo archeologico, dove i turisti si precipitano appena arrivati per vedere gli orci enormi dove furono trovati rannicchiati dei morti di 3000 anni fa, le terracotte colorate, i bronzi contorti e verdastri, e le armi di ossidiana. Tutto è sulla rocca, che chiamano “Castello”, cos’ che quando uno dice: “vado al Castello” può andare in municipio, oppure a salutare qualcuno in prigione, oppure a salutare qualcuno in prigione, oppure in chiesa a vedere il quadro che dicono di Antonello, o semplicemente a godersi il panorama dallo spiazzo; da lì scende l’antica strada principale con i vecchi palazzotti di famiglie ormai disperse o imborghesite, e va a finire a Marina Corta.
Tutta Lipari è schierata sul lungo corso Vittorio Emanuele, u puzzu, dove passano tutti, quelli che ci vivono e quelli che vorrebbero viverci; lì c’è la sede del partito monarchico, la posta, l’ufficio del registro, tutti caffè, gli alberghi, il vescovado con un gran portale, e con due pozzi davanti all’ingresso.