Sommessamente
Lipari può permettersi di perdere la Casa di Comunità , bocciata frettolosamente dal Consiglio comunale lo scorso 30 luglio, tra l’indifferenza generale di chi poi continuerà a gridare alla vergogna per le carenze sanitarie ? Si sa di cosa si parla ? I liparesi sanno che, un domani, per una visita potrebbero essere costretti a partire per raggiungere Malfa ? Succede sempre così : basti pensare che, in questi giorni, si protesta anche per un convegno di pediatria e neonatologia che tratta, proprio a Lipari, di percorsi diagnostici e terapeutici sicuri anche per le isole minori.
Le Case di Comunità o della Salute nate, fondamentalmente, dall’esperienza del Covid che ha dimostrato come ci fosse bisogno di strutture diverse nelle emergenze pandemiche ( non scongiurate, visto come va il mondo , ndd) secondo l’ultimo monitoraggio sulla Sanità territoriale targata Pnrr pubblicato dal Sole 24 ore sono, ad oggi, soltanto 413. Di queste oltre la metà si trovano in Lombardia (136) ed Emilia (123). Seguono Veneto (62), Toscana (35), Piemonte (26) e Abruzzo (15). A parte qualche sparuta struttura nelle altre Regioni in ben dieci – Basilicata, Calabria, Campania, Friuli, Lazio, Bolzano, Trento, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta – non c’è neanche una Casa di comunità attiva.
Eppure -come riporta ed evidenzia lo stesso Sole 24 ore- sarebbero molto utili visto che in queste nuove strutture – aperte dalle 12 alle 24 ore sette giorni su sette – si dovrebbero trovare visite, esami, vaccinazioni, educazione sanitaria e tutte le attività di prevenzione oggi sparse in mille rivoli nelle Asl. Servizi più vicini a casa che eviterebbero a molti di dover ricorrere, come troppo spesso accade, ai pronto soccorso per avere una risposta.

Chi lavora nella sanità locale stimola la riflessione invitando a non sprecare un’opportunità del genere . Scrive ad esempio, e ribadisce, Giusy Lorizio, con la consueta onestà intellettuale e alla luce della sua esperienza professionale che “ non si tratta di strutture che vanno a sostituire o compromettere l’operatività dell’unico ospedale sul territorio, ma piuttosto ad integrare efficacemente la gestione delle cure primarie e della prevenzione. Grazie a queste strutture, i cittadini potranno accedere più facilmente a servizi di assistenza sanitaria, medici e infermieristici, riducendo la necessità di rivolgersi agli ospedali per patologie non urgenti e magari anche ad inutili viaggi in elicottero“. Ed ancora : ” I fondi destinati alla realizzazione delle Case di Comunità seguono un percorso separato rispetto a quelli utilizzati per gli ospedali, con investimenti specifici, come quelli previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che puntano a rafforzare la sanità sul territorio senza intaccare le risorse ospedaliere. Le Case di Comunità – conclude Lorizio sono un’opportunità per una sanità più vicina, accessibile e attenta ai bisogni della popolazione. La politica locale, come quella regionale non può far altro che attuare quando è previsto dal D.M. n.77“.
Parla di cattiva informazione, invece, Tiziano Profilio, un amministrativo, che su Lipari, chiarisce : “ La struttura attuale sita in via S. Giorgio è amministrativa mentre i poliambulatori siti in ospedale in via S.Anna sono del distretto e non dell’ospedale e non possono più rimanere li. Tra l’altro, faccio presente che i sindaci di Salina hanno chiesto di spostare il distretto e i poliambulatori a Malfa, comune dotato di una grande struttura idonea. Vorrà dire che per fare una visita oculistica , o andare a prendere i presidi ( diabetici, medicazioni, incontinenza e molti altri) andremo da Lipari a Malfa. Tengo a precisare- puntualizza e conclude Profilio- che si tratta solo di corretta informazione”.
Ora, il problema è che dopo la bocciatura del Consiglio sulla realizzazione della struttura nel terreno di via San Giorgio una delle ultime speranze è riposta in una petizione promossa da Rinascita eoliana per la quale la raccolta firme si concluderà stasera. Basterà, visti gli appetiti di tanti altri comuni , compresi quelli di Salina, pronti nuovamente a recuperare quanto lasciato dalla saccente Lipari ? Ai posteri, che grideranno vergogna comunque, l’ardua sentenza .