di Sandro Casano
L’isola di Ustica ha ospitato nei giorni scorsi il secondo “Viaggio della Memoria” organizzato dall’ ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) dopo quello realizzato nel 2023 nell’isola di Ponza. A Ustica si sono dati appuntamento una cinquantina di partecipanti provenienti dalle altre isole e discendenti di antifascisti che furono confinati durante il ventennio nella piccola isola in provincia di Palermo.
L’iniziativa di Ustica era inserita nel programma delle attività della Rete Isole di Confino, recentemente costituita dai centri studi operanti nelle isole di Ventotene, Ponza, Ustica, Lipari, Tremiti con l’ANPPIA capofila. L’obiettivo è quello di valorizzare pagine importanti della nostra storia nazionale come quella del confinamento inflitto per motivi politici nelle isole minori in tutte le epoche, e in particolare nel periodo fascista, a uomini e donne che, animati da grandi ideali, hanno contribuito con le loro vicende personali e collettive, seppure nella condizione della relegazione, alla Liberazione del nostro paese, alla costruzione della lunga e tormentata storia della nostra democrazia e dei valori della nostra Costituzione.
A fare gli onori di casa è stato il Centro Studi di Ustica con il suo presidente, Vito Ailara, che ha contribuito ad approfondire la conoscenza di questa triste e bella pagina della storia italiana e agli ospiti è stato offerto un programma di attività lungo un percorso storico sviluppato in più tappe. E’ stata questa un’occasione per sottolineare quanto sia costato al nostro popolo la conquista della libertà e della democrazia. A Ustica durante il “Viaggio della Memoria” è stata fatta conoscere l’area confinaria, dove risiedevano i confinati, e di tanti sono state indicate le case dove i confinati vivevano come quella che ospitò Giuseppe Scalarini, il vignettista de L’Avanti, quella di Antonio Gramsci, quella di Amedeo Bordiga e di Carlo e Nello Rosselli.
E poi ancora i cameroni che allora ospitavano i coatti e che ora sono stati sapientemente restaurati dal Comune e vengono utilizzati come centri di aggregazione sociale e culturale. A Ustica, tra il 1911 e il 1934, furono mandati al confino anche migliaia di prigionieri libici, frutto della politica di aggressione coloniale condotta prima dai governi giolittiani e poi dal regime fascista e una parte del cimitero usticese è a loro dedicato. Nel corso del “Viaggio della Memoria” è stata svelata, in via Sindaco I°, alla presenza del presidente dell’ANPPIA Spartaco Geppetti, dell’assessore alla cultura del Comune di Ustica Patrizia Lupo e del presidente del Centro Studi Vito Ailara, una Targa che ricorda i confinati politici di tutte le epoche, ed in particolare gli antifascisti del 1926 che, con l’istituzione della scuola di cultura organizzata da Gramsci e Bordiga, seppero proporre e sviluppare con essa, pur nella costrizione, una “resistenza lunga” alla dittatura che, animata e continuata poi negli altri luoghi di relegazione, nelle carceri, nell’esilio e nella clandestinità in Italia e all’estero, coglierà i suoi frutti più maturi nella guerra di Liberazione e nella elaborazione dei valori fondanti della nostra democrazia e della nostra Costituzione.