“Un patto tra enti e istituzioni per salvare davvero Lipari” titola il Corriere della Sera pubblicando una nota dei presidenti di Museimpresa, Federculture e Touring Club Italiano a sostegno della realizzazione del Parco Geominerario e del Museo della Pomice nell’area di Porticello. Dopo l’ultimo articolo di Gian Antonio Stella si rilancia, come nel 2021, la questione. ” L’area- si ricorda nella nota- era stata requisita, la Regione aveva stanziato le prime risorse e promesso un piano di riqualificazione e di valorizzazione delle cave. Poi tutto s’era fermato. Il Tribunale Amministrativo aveva bocciato il vincolo di interesse storico. E adesso i liquidatori della vecchia, fallita società di gestione delle cave di pomice, adesso avrebbero trovato un compratore: una società siculo-svizzera decisa a costruire, proprio là dove sorgono ancora i vecchi fabbricati industriali, un mega-albergo a cinque stelle“.
I presidenti della tre associazioni rimarcano come “le iniziative turistiche private sono, naturalmente, legittime (nel rispetto delle leggi e dei vincoli paesaggistici e ambientali) e benvenute, se e quando portano vantaggi in termini di ricchezza e lavoro. Ma riteniamo che, proprio di fronte a un «patrimonio dell’umanità», valga la pena che i decisori politici, le pubbliche amministrazioni e l’opinione pubblica tengano in conto anche altre considerazioni”.
E sottolineano anche come “l’ambiente e il paesaggio sono tutelati dalla Costituzione. La Regione Siciliana ha più volte legiferato in tal senso, anche per l’istituzione di parchi naturali e riserve marine. E l’eventuale perdita della qualificazione dell’Unesco finirebbe per tradursi non solo in una vera e propria ferita culturale, ma anche in un danno economico, con una caduta della certificazione di qualità ambientale e dunque dell’attrattività turistica di Lipari e delle Eolie”.
La proposta
“Ben più qualificate e promettenti, invece, le prospettive di un Parco e un Museo d’impresa: la valorizzazione d’una lunga storia di intraprendenza, creatività e lavoro e il racconto dell’intelligenza e dell’operosità industriale eoliana, possono essere elementi di straordinaria attrattività, contribuendo anche alla necessaria destagionalizzazione dell’offerta turistica, molto più e meglio di quanto non possa fare un grande hotel.
Sulla scia di altre analoghe esperienze sia italiane che internazionali (in Francia e in Germania, in ex aree industriali), il Parco minerario e il Museo della pomice, costruito negli spazi degli attuali fabbricati e realizzato con le più moderne tecnologie multimediali, attirerebbe un pubblico numeroso e qualificato (comprese le ragazze e i ragazzi delle scuole italiane ed europee) in grado di apprezzare la storia di una civiltà delle miniere e del lavoro che affonda le sue radici nei miti mediterranei e un territorio che sa conciliare ambiente, impresa, cultura, innovazione”.
Per Antonio Calabrò (presidente di Museimpresa), Andrea Cancellato (presidente di Federculture) e Franco Iseppi (presidente del Touring Club Italiano) serve dunque l’impegno, pubblico e privato, per un ambizioso progetto, che possa eventualmente anche tenere insieme il Parco e alcune attività ricettive, la tutela del paesaggio e della cultura e i valori economici. “Le nostre tre associazioni – ha concluso- sono a disposizione della Regione e del comune di Lipari per fornire un solido Contributo di conoscenze, competenze ed esperienze, per dare spazio alla valorizzazione di un grande bene comune e di un turismo sostenibile di qualità”.