
Cosa ne sarà della Lipari Porto Spa ?
Lipari- Colpo di scena nella telenovela legata alla realizzazione della nuova portualità della principale isole delle Eolie. L’Amministrazione comunale ha ,chiesto, infatti, ufficialmente, al servizio preposto del Dipartimento regionale infrastrutture marittime e portuali di predisporre il nuovo piano dei porti del Comune di Lipari. Uno strumento indispensabile, che in base alla normative vigenti sarebbe anche a costo zero per l’ente e che consentirebbe di poter attingere ai fondi dell’Unione Europea.

Proprio, per quanto riguarda la portualità sono disponibili non indifferenti risorse , seppur ridotte rispetto al passato. Si tratta, tuttavia, di un lavoro complesso: mentre i Piani regolatori dei porti precedenti alla Legge 84/94 consistevano semplicemente in un disegno, più o meno valido, delle opere marittime per l’ampliamento dei porti, le nuove metodologie di redazione si propongono di governare lo sviluppo del porto, inteso non solo come spazio fisico e sistema infrastrutturale, ma anche come centro dinamico di traffici e di attività economiche, snodo di sistemi complessi, parte vitale del territorio, dell’ambiente e della società.
Un Piano che deve essere conforme non solo al PRG ma addirittura ad un Piano Urbanistico esecutivo PUE, specifico per l’area portuale. Negli ultimi quarant’anni studi e proposte non sono di certo mancati. Dallo Studio Volta del 1979 per conto della Regione Siciliana , alle proposte degli Ing. Mallandrino e Napolitano, , al più recente «Progetto di fattibilità tecnico economica per le opere portuali delle isole Eolie», condotto dall’Ing. Rodriquez con la collaborazione della Eolie Servizi Spa . Durante la sindacatura Bruno ( che pur aveva cercato di approfondire gli studi Mallandrino con la consulenza dell’arch. Roberto Valle, senza però proseguire verso l’incarico per la redazione di un Prg portuale) si tirò fuori il coniglio dal cilindro del considetto megaporto di Lipari da 130 mln attraverso la costituzione della società mista , a capitale di maggioranza privato, Lipari Porto Spa. Un’ illusione, a tutti gli effetti, dal momento che tentava di scavalcare proprio la necessità di un Piano dei porti.
Il progetto, per le difficoltà esistenti è stato ridimensionato alla previsione dei soli porti turistici per Marina corta e Pignataro da realizzare con fondi pubblici. La società tra il Comune (che ha messo il suo 30 % del capitale con la concessione per 50 anni degli immobili di Marina corta) e Condotte d’acqua c’è sempre. Su questo, ora, bisognerà capire, alla luce dell’iniziativa del Sindaco e ritenendo che l’Amministrazione abbia le idee chiare, cosa potrà accadere.