L’idea di una cooperativa per salvare il Messina Calcio nasce dal dott. Antonino Indaimo, figlio dell’omonimo dott. Antonino Indaimo, per anni anestesista presso l’ospedale di Lipari. Da circa una settimana, la pagina Facebook “Cooperativa Messina Calcio – Salviamo il Messina” ha catalizzato l’attenzione dei tifosi messinesi, raccogliendo oltre 600 follower in pochi giorni.
Il progetto proposto dal medico messinese rappresenta una soluzione innovativa e concreta di fronte alle continue difficoltà societarie che affliggono il club. Mentre si rincorrono le voci su una possibile cordata italo-americana interessata all’acquisto della società, il dott. Indaimo avanza un’alternativa: la costituzione di una cooperativa formata dai tifosi, che potrebbe garantire la stabilità economica della squadra e la permanenza nella categoria.
L’idea prevede una partecipazione attiva dei sostenitori attraverso un versamento annuo di 200 euro, di cui 100 euro garantirebbero l’abbonamento annuale in curva. Partendo dalla base dei 5.000 tifosi presenti alla recente sfida casalinga contro il Trapani, e ipotizzando l’adesione di 10.000 soci, si potrebbe raccogliere un capitale sociale di 2 milioni di euro, sufficiente a organizzare un campionato di Lega Pro competitivo.
Il successo dell’iniziativa, tuttavia, dipende anche dal supporto delle istituzioni cittadine. Fondamentali sarebbero una concessione pluriennale degli stadi “Franco Scoglio” e “Celeste”, nonché l’individuazione e realizzazione di un centro sportivo di proprietà, seguendo il modello delle “cantere” spagnole che formano giovani talenti.
Per illustrare il progetto e coinvolgere direttamente i tifosi, il dott. Indaimo ha in programma un incontro pubblico in città. Nel frattempo, continuano le critiche nei confronti dell’Acr Messina, a causa delle difficoltà societarie. La stampa reggina e il presidente del Trapani hanno espresso dure posizioni, con quest’ultimo che, in un post sulla piattaforma X, ha persino ipotizzato l’esclusione del Messina dal torneo il prossimo 16 aprile.
In questo scenario di incertezza e polemiche, resta il silenzio del presidente Sciotto, ancora proprietario del 20% della società, mentre la squadra e la città attendono sviluppi sul futuro del club.