Cinquecentomila euro di finanziamento per i sentieri è una splendida notizia, della quale l’amministrazione comunale ha ben ragione di farsi vanto. C’è soltanto un piccolo problema. Due dei tre interventi finanziati con la sottomisura 8.5 del PSR Sicilia 2014/2020, nella fattispecie quelli su Strombolicchio e su Basiluzzo, riguardano due aree da tempo designate come Riserva Naturale Integrale, dove il regolamento stabilisce un assoluto divieto di accesso per ragioni di tutela; il primo, peraltro, sarebbe anche interdetto in quanto area militare: la scala che porta in cima è infatti pertinenziale al fanale gestito dal servizio Marifari della Marina.
Dunque, questi sentieri verranno recuperati e suppongo anche in maniera egregia – data la non trascurabile dotazione finanziaria – ma non ci potrà andare nessuno, se non i faristi e i ricercatori che svolgono attività scientifiche. È vero che poi nessuno controlla, ma – come si diceva una volta – anche la forma talvolta è sostanza.
Deduco che chi ha avuto la geniale intuizione di destinare le somme a questi interventi debba ignorare le condizioni penose nelle quali versano la maggior parte dei sentieri di Lipari, interrotti da muri in pietra a secco ormai ceduti o invasi dai rovi e dalla vegetazione.
Quattro passi all’aria aperta gli farebbero bene, così magari la prossima volta prima di scegliere Dattilo o La Canna di Filicudi ci riflette meglio.
P.S. a Strombolicchio vive una pianta inserita tra le specie prioritarie della Direttiva UE 43/92 per la sua estrema rarità, la cui conservazione nei lontani anni Novanta ha motivato un progetto Life dove addirittura il Comune di Lipari figurava tra i partner; l’ultima volta che non meglio identificati operai (della Forestale? della Marina? non ci è dato sapere)
sono intervenuti per la manutenzione della scala, ignari dell’importanza della specie ne hanno “cementato” alcuni individui. Giacché ne rimangono appena una trentina (pari a un quinto della sua popolazione a livello globale) sarebbe auspicabile che la svista non si ripetesse…
Pietro Lo Cascio