Dalle prime ore del mattino operazione, ad opera della D.I.A. di Messina e del Centro Operativo di Catania, riguardante l’esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari nei confronti di funzionari del C.A.S. (Consorzio Autostrade Siciliane) e imprenditori, ritenuti responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione.
L’operazione, condotta dalla D.I.A. e coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, fa luce sul cono d’ombra riguardante funzionari e imprenditori interessati negli appalti truccati nel settore dei lavori sulle autostrade siciliane che coinvolge prevalentemente i cosiddetti colletti bianchi.
I provvedimenti, eseguiti dalla Dia di Catania, riguardano cinque imprenditori: i fratelli Giacomo e Antonino Giordano, di 43 e 46 anni, Francesco Duca, 46 anni, Rossella Venuto, 43 anni, Giuseppe Iacolino, 32 anni. L’ordinanza è stata notificata anche al dirigente del Cas Letterio Frisone, 61 anni, e al funzionario dello stesso consorzio Filadelfio Scorza, 55 anni. Agli arresti domiciliari è stato posto anche il componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Irccs Policlinico di San Matteo di Pavia, Filippo Filippi, di 72 anni, accusato di induzione indebita: avrebbe imposto all’imprenditore Giacomo Giordano l’assunzione di un romeno nella sua ditta che aveva vinto l’appalto di pulizia nell’ospedale lombardo, in cambio della liquidazione di lavori eseguiti dalla società. Il Gip ha interdetto dall’attività imprenditoriale per due mesi Andrea Valentini, 54 anni e Antonio Chillè, di 53, e disposto il sequestro preventivo dei beni di Letterio Frisone fino ad un massimo di 100 mila euro.
Sono otto gli arresti domiciliari disposti dal Gip di Messina, Maria Luisa Materia, nei confronti di sei imprenditori, ma uno per una vicenda estranea all’inchiesta sul Consorzio autostrade siciliane, e un dirigente e un funzionario del Cas eseguiti dalla Dia di Catania. Il giudice ha disposto anche l’interdizione ad esercitare in imprese per due mesi a due rappresentanti di altrettante società. Investigatori della Direzione investigativa antimafia di Catania e Messina hanno eseguito anche il sequestro cautelativo di beni per complessivi 100mila euro nei confronti di uno degli indagati. Al centro delle indagini la presunta turbativa d’asta per l’assegnazione dei lavori del servizio di sorveglianza per la A18, la Messina-Catania e Siracusa-Rosolini, e la A20, la Messina-Palermo. La gara sarebbe stata ‘turbata’ attraverso un accordo sulle percentuali in ribasso. L’episodio risale al 9 maggio 2013, quando l’appalto, da 8milioni di euro, fu bandito con somma urgenza dopo essere stato revocato. L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Guido Lo Forte, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabrizio Monaco, nasce da controlli disposti dalla Procura di Messina sulla gestione della Tecnogest, riconducibile a Antonino Giordano, chiarata fallita dal Pm.(ANSA)