(Comunicato) Italia Nostra a firma del Presidente di sez. delle Isole Eolie, Angelo Sidoti, è intervenuta il 28 maggio 2023, chiedendo, alla Regione Sicilia e agli uffici preposti, un tempestivo intervento di messa in sicurezza – su qualsiasi fronte – al fine di poter scongiurare l’ampliarsi del disastro ambientale. L’isola di Lipari è stata inserita nell’anno 2000 dall’UNESCO nell’elenco dei siti protetti per le caratteristiche ambientali e/o culturali, definendola, “Patrimonio dell’Umanità”.
L’estrazione della pomice iniziò sin dagli inizi nel V millennio a.C. caratterizzando la storia delle Eolie fornendone un valore storico-economico-culturale di importanza internazionale.
Nell’ultimo ventennio il territorio dell’isola di Lipari ha subito un significativo processo di degrado ambientale, proprio nell’area delle Cave di Pomice, in cui vi erano gli insediamenti industriali della società PUMEX s.p.a. che, nello specifico, si occupava di escavazione e di coltivazione della pomice.
Nell’ambito delle attività istituzionali del Comune di Lipari, l’ente ha organizzato nell’anno 2016 iniziative volte allo sviluppo del territorio eco-sostenibile per la realizzazione di un programma di riqualificazione e recupero sostenibile delle aree di cava site nell’isola di Lipari.
Il territorio, in località Porticello, in occasione delle sempre più frequenti piogge torrenziali è stato interessato da fenomeni di dissesto idrogeologico, allagamenti, smottamenti e frane di terreni collinari, con grave pregiudizio per la viabilità e, per la sicurezza di persone, cose e animali.
Il dott. Angelo Sidoti, profondo conoscitore dell’intero territorio, ha illustrato che: “l’elevata vulnerabilità del territorio è frutto della mancata manutenzione di griglie, di argini e di ogni altra opera idraulica ma, soprattutto, la causa è da rintracciare nel totale abbandono dell’area e nel disinteresse e nell’incapacità delle istituzioni”; v’è poi, da aggiungere, un altro problema, di non poco conto, da annoverare nel fallimento dell’azienda PUMEX che determina evidenti difficoltà nel dover coordinare, la procedura concorsuale (disciplinata dalle norme del diritto fallimentare), la tutela ambientale e, la conservazione del patrimonio storico culturale delle Eolie”.
Lo scorso mese la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, in riscontro all’istanza di Italia Nostra, con nota del 20 giugno 2024, ha comunicato di aver già proposto il vincolo storico-etnoantropologico di tutta l’area delle cave di pomice dell’isola di Lipari con il D.D.G. n. 3815 del 13.10.2021; purtuttavia, la procedura concorsuale, ha proposto ricorso amministrativo averso il D.D.G. n. 3815, a seguito del quale con Sentenza n. 2137/2022, il TAR di Catania ha annullato il già menzionato vincolo storico-etnoantropologico.
Il dott. Sidoti ha affermato che: “non è più credibile (dopo decenni) che l’ordine pubblico e l’incolumità pubblica
siano pregiudicati, messi in secondo piano ma, soprattutto è incomprensibile come gli effetti pregiudizievoli, derivanti dall’applicazione della normativa Fallimentare, possano ricadere sulla Comunità Eoliana; oppure come possa essere totalmente impedita la conservazione dell’area anche dal punto di vista storico culturale, sempre a vantaggio della speculazione, tenuto conto che tutta la zona è vincolata al Piano Territoriale Paesaggistico dell’Arcipelago. Negli anni sono state portate avanti iniziative volte a creare nelle Eolie il “Museo archeologico industriale della pomice” oppure la “Sede del Parco Geominerario della Pomice”.
Il patrimonio culturale e paesaggistico dell’isola deve essere valorizzato sbloccando il perenne stato di abbandono del sito industriale delle Isole Eolie assicurando la tutela ambientale e la conservazione del patrimonio delle Eolie, con particolare attenzione al trascorso storico culturale delle cave. Il risveglio delle istituzioni lo ha dato la Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e identità Siciliana. In riscontro all’istanza di Italia Nostra, il Dirigente Generale Mario La Rocca con la nota dell’11 luglio 2024 prot. N. 29579, condivide la proposta della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina. Il Dirigente Generale sostiene, difatti, l’istituzione del “Museo regionale della pomice di Lipari”, come previsto dalla L.R. 17/91, destinando l’immobile sito in località Acquacalda in Lipari, già vincolato con D.A. n. 6975 dell11.10.1993.
Il dott. Sidoti ha affermato che: il sito di Acquacalda non è il luogo adatto all’istituzione del Museo della Pomice, in quanto è privo di ogni forma di ricordo di escavazione, senza la presenza di una cava che possa rievocare la lavorazione della pomice e, soprattutto, è poco fruibile ormai da anni abbandonato. Il luogo adatto ove far nascere il “Museo della Pomice” è il sito di Porticello in quanto è presente la cava di pomice coi vecchi uffici e, attrezzature, ma, soprattutto è un luogo imponente, dirompente e affascinante facilmente raggiungibile anche dal mare per via della presenza di un molo di attracco per le navi. Inoltre, il sito di Porticello è stato individuato dal Presidenza Regionale per intervento del Presidente Musumeci apponendo il vincolo Storico-Etnoantropologico con D.D.G. n. 3815 del 13.10.2021