Abusivismo edilizio, multe salate per chi non demolisce

Costruire abusivamente non conviene più. Per chi trasgredisce sono in agguato ora pesantissime sanzioni che arrivano fino a 20.000 euro, tra l’altro reiterabili ogni anno, per coloro non demoliscono il manufatto illegale. Lo prevede un emendamento del Movimento 5 Stelle, inserito nel decreto ‘Sblocca Italia, a firma della deputata palermitana alla Camera Claudia Mannino.

Il testo, semplice quanto innovativo, dispone che il trasgressore che non demolisce il manufatto abusivo entro 90 giorni dall’ordine di demolizione debba pagare una sanzione da 2.000 a 20.000 euro e, qualora l’abuso sia realizzato in zona vincolata, soprattutto a livello idrogeologico, che questa sanzione sia comminata nella misura massima. La sanzione, inoltre, potrà essere reiterabile, qualora persista la mancata demolizione e, ovviamente, la sua corresponsione non sana l’abuso.

“Gli abusivi – afferma Claudia Mannino – si dovranno fare due conti. Se ad oggi, tutto sommato, delinquere conveniva poiché le demolizioni si contano sulle dita di una mano e si abitava in immobili per i quali non si pagava nulla allo Stato e ai Comuni (né oneri concessori, né IRPEF, né TARSU), la nuova sanzione ora potrebbe spingere concretamente alla demolizione, non per ritrovato spirito ambientalista, ma per non nuocere al proprio portafoglio”.

I sindaci dei Comuni, intanto, cominciano a sfregarsi le mani per le nuove entrare in arrivo. I proventi della sanzioni saranno infatti destinati interamente a loro, anche se per interventi diretti al controllo del territorio e alla realizzazione di parchi pubblici.

Secondo il dossier “Terra rubata” del FAI e del WWF dal 1948 al 2013 sono stati realizzati 4 milioni e seicentomila abusi edilizi e per il dossier “L’Italia frana” di Legambiente sono state depositate, fra il 1983 e il 2004, 2.040.544 domande di condono di cui il 41 per cento ad oggi ancora inevase (e in buona parte da dichiarare inammissibili o rinunciate).

Ci sono pertanto ancora due milioni di abusi edilizi non sanati in piedi, di cui poco meno di un milione con una improbabile domanda di condono e poco più di un milione senza neanche uno straccio di carta a giustificarne l’esistenza.

In Sicilia le domande di sanatoria depositate all’assessorato al Territorio ed Ambiente si aggirano attorno alle settecentomila, di cui 52.000 per strutture edificate entro i 150 metri dalla costa.

L’emendamento 5 Stelle, che prevede anche sanzioni per quegli amministratori che non ottemperano all’emissione delle ordinanze, è una delle poche cose buone del decreto Sblocca Italia. Critico, invece, è stato l’intervento ieri alla Camera della Mannino che ha tuonato contro il silenzio assenso introdotto dall’articolo 25 “che tradisce lo spirito dell’articolo 9 della Costituzione, quello che un tempo assegnava alla Repubblica la tutela del paesaggio e che “ora diventa carta straccia”.

“Il silenzio assenso – ha detto la deputata – viene applicato con l’inganno, malgrado una robusta giurisprudenza costituzionale ne vieti l’applicazione sul patrimonio paesaggistico. Da oggi il Paese che ospita il maggior numero di opere d’arte e di straordinari paesaggi è un po’ più fragile. Facciamo i complimenti a questo governo che è così riuscito in quello che 20 anni Berlusconi&C. non erano riusciti a fare”.

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