
“Dal 7 marzo attendo che l’ufficio tributi del Comune di Lipari, come da disposizioni, mi certifichi se sono nativa o meno di questo Comune visto che dall’inizio del mese non è più possibile presentare l’autocertificazione. Sono proprio curiosa di sapere cosa risponderanno. Ho inviato una pec all’ufficio e chiesto spiegazioni di persona in Comune ma ancora non mi hanno risposto. Frattanto ho già pagato la tassa di sbarco due volte. Vorrei, però sottolineare, che il problema non è economico ma di principio perché ciò che è violato è un diritto naturale acquisito” .
E’ quanto afferma Chiara Giorgianni , nata a Messina ma da genitori residenti a Lipari e registrata il primo giorno di vita all’anagrafe del Comune di Lipari. Un caso comune con tanti altri che provoca inutili discussioni agli sportelli delle compagnie di trasporto con gli operatori , i quali , chiaramente, in assenza del nulla osta comunale, devono attuare le disposizioni ricevute. Nonostante, nel caso specifico, la dott.ssa Giorgianni sia in possesso di un certificato dell’anagrafe ( da ieri anche lo storico) che attesta di essere nativa. Mostrato agli stessi addetti alla biglietteria.
Per semplificare le istruttorie, in considerazione dell’approssimarsi della stagione turistica e per evitare di appesantire il lavoro degli uffici, la classica domanda che nasce spontanea: Il Comune, attraverso la modifica al regolamento del “contributo” di sbarco, non potrebbe prevedere il rilascio dell’esenzione dal pagamento dell’obolo separando le istanze tra ufficio tributi e anagrafe ? Al primo le richieste di esenzione da parte di chi ha seconda casa con tanto di utenze, al secondo le semplici istanze dei nativi. E’ così difficile ?
