(Comunicato) Lo SNAMI non lascia correre l’ennesimo rifiuto da parte di alcuni Funzionari dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina di non riconoscere i diritti dei Medici di Medicina Generale sanciti dalle Normative vigenti, ossia quelli di assumere incarichi di Continuità Assistenziale e di attività nelle USCA . “Ho già evidenziato e denunciato ai Vertici dell’Azienda Sanitaria e all’Assessore della Salute Avv. Ruggero Razza, dice Giancarmelo La Manna – Presidente Provinciale della sezione di Messina, che escludere i medici Titolari convenzionati nella Medicina Generale, con più di 20 anni di servizio, dalle convocazione di incarichi di Continuità Assistenziale e dalle attività nelle USCA, a sostegno della cronica carenza di medici e della Emergenza Covid 19, appare tanto ingiustificabile quanto illegittimo, oltreché mistificatorio delle norme vigenti, e al solo vantaggio di chi ancora è fuori dalla convenzione della Medicina generale”.
“Da inizio Pandemia ci siamo caricati anche di compiti istituzionali e di responsabilità professionali aggiuntive appartenenti ad altre figure professionali, continua Gaetano Nocita – Addetto stampa dello Snami Provinciale, siamo stati Medici in prima linea e abbiamo dato anche noi il triste contributo di colleghi “caduti sul campo”; abbiamo assistito e curato migliaia di pazienti e oggi ci vediamo esclusi da attività di nostra competenza e per la cui assegnazione abbiamo la priorità ai sensi della normativa vigente”.
“Oggi che dobbiamo fare i conti anche con la mancanza di Medici in tutti i settori della medicina generale,
aggiunge Maurizio Sorrenti – Vice Presidente Snami Messina, dovute ai tagli fatti negli anni dal governo, non
si comprende dunque la procedura seguita da codesta Asp di Messina che ha escluso dalle convocazioni degli
incarichi su menzionati (USCA e C.A.) i medici titolari di Convenzione di Medicina Generale, pur avendo essi fatto richiesta e avendone titolo e priorità a norma di Legge, ed ha invece dato la priorità a medici specializzandi; corsisti di medicina generale; colleghi appena laureati e altri provenienti anche da altre Provincie. Tali colleghi ne avrebbero invece diritto solo in via residuale”.
Pertanto appare palesemente illegittimo quanto ha fatto l’ASP preferendo inserire nei posti USCA
ed C. A. i medici di cui sopra e non dando la precedenza ai Titolari di convenzione.
“Siamo stanchi di procedure illegittime e arbitrarie, continua Giancarmelo La Manna, che sono gravemente pregiudizievoli degli interessi legittimi di tali professionisti, costretti a subire un grave quanto ingiustificato
danno dei diritti acquisiti durante gli anni, e considerati invece dall’Azienda Sanitaria, loro sì, medici residuali
(tenuti in panchina), rimanendo così immotivatamente esclusi da una attività che invece è di loro esclusiva
competenza. Alla fine il danno, conclude Giancarmelo la Manna, ricade anche sui cittadini – utenti che così si
trovano a far a meno di professionisti con esperienza e competenze maturate in tanti anni di servizio e di
formazione”.
In nome di una Emergenza pandemica si tenta di giustificare l’ingiustificabile.