Il Governo nazionale ha dichiarato lo stato d’emergenza per la crisi idrica di Messina, stanziando due milioni di euro. La Regione siciliana è intervenuta con un altro milione. Roma e Palermo, di fatto, “commissariano” la città di Messina nel tentativo di risolvere nel più breve tempo possibile la più grave emergenza legata a carenza d’acqua mai registrata nel nostro Paese. Un’emergenza che il premier Renzi ha definito “vergognosa” e per la quale ieri il presidente della Regione Rosario Crocetta ha usato toni severi: «Gestione improvvida, e ci sono domande alle quali occorre dare risposte». Il governatore punta il dito soprattutto contro l’Azienda acque di Messina e non risparmia frecciate al sindaco Accorinti. La crisi idrica da ieri viene affrontata da una task force di ben 40 tecnici della Protezione civile nazionale e regionale, e la cabina di regia è affidata al capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio e al responsabile di quella regionale Calogero Foti.
Si adotteranno tutte le soluzioni tecniche per garantire, nell’immediato, la distribuzione dell’acqua nelle abitazioni dei messinesi e, in contemporanea, per risolvere i problemi strutturali che hanno impedito finora la normale erogazione idrica proveniente dall’acquedotto del Fiumefreddo, dopo le frane che hanno interessato il territorio di Calatabiano. Ieri, purtroppo, si è verificato l’ennesimo intoppo, frutto di una sorta di “maledizione” che sembra gravare su Messina: si è rotto, infatti, il bypass tra Alcantara e Fiumefreddo e solo in serata si è potuto rimediare, realizzando un nuovo innesto. Ma i disagi continuano in riva allo Stretto