Cbd, questa sigla che si sente nominare spesso e volentieri e che da qualche anno a questa parte è salita alla ribalta della cronaca, è l’abbreviazione di cannabidiolo: si tratta di una sostanza naturale che si trova nella cannabis, nota anche come marijuana, e anche nelle piante di canapa.
Il Cbd è, per la precisione, la sostanza che all’interno di queste piate cha le maggiori facoltà curative e che non prevede effetti psicoattivi, quelli che vengono comunemente indicati come responsabili dello sballo e ricercati quindi da chi, ad esempio, fuma la cannabis per raggiungere lo sballo.
Per tutte queste ragioni e per la differenza con il suo ‘cugino’ Thc, che è invece inebriante o psicoattivo, i sostenitori del Cbd affermano che possa essere usato per trattare condizioni come dolore cronico, infiammazione, emicrania, epilessia, malattie autoimmuni, depressione e ansia. La scienza ha messo gli occhi sul Cbd ed oggi viene ampiamente utilizzato in ambito curativo e medico.
Il mercato è letteralmente esploso ed oggi è possibile trovare Cbd in capsule, basi oleose per vaporizzatori, tinture, prodotti alimentari, Cbd gummies, e prodotti di bellezza come creme da bagno o lozioni.
Come agisce il Cbd?
Tutti i cannabinoidi producono effetti nel corpo interagendo con i recettori che fanno parte del sistema endocannabinoide. Più per la precisione, il corpo produce due recettori:
- I recettori CB1 sono presenti in tutto il corpo, in particolare nel cervello. Coordinano il movimento, il dolore, l’emozione, l’umore, il pensiero, l’appetito, i ricordi e altre funzioni.
- I recettori CB2 sono più comuni nel sistema immunitario. Influenzano l’infiammazione e il dolore.
L’industria del Cbd è fiorente, si prevede che raggiungerà i 16 miliardi di dollari negli Stati Uniti, paese dove è più diffusa, entro il 2025. L’utilizzo maggiore che se ne fa è legato al controllo delle condizioni di ansia; seguono dolore cronico, insonnia e depressione.
Anche in Italia il Cbd ha vissuto un periodo di grande ascesa soprattutto a cavallo del 2018, quando le richieste sono iniziate a fioccare in tutti si settori, da quello medico a quello di integratore alimentare passando per cosmetici e prodotti di bellezza. Oggi la confusione regna sovrana in quanto si procede con leggi e sentenze, come quella della Corte di Cassazione del 2019, che si rincorrono con una certa frequenza.
Di base in Italia c’è una legge datata dicembre 2016, la n.242, che ha dato il via libera alla produzione e alla commercializzazione della cannabis light e derivati sul territorio italiano. Oggi nel nostro paese la vendita di prodotti a base di Cbd è legale purchè rispetti determinati paletti: su tutti, la presenza ridotta di Thc (entro lo 0,2%). (Pubbliredazionale)