(blogsicilia.it)- “Ribadisco quanto contenuto nel comunicato stampa di ieri, 16 luglio. L’intercettazione tra il dottor Tutino e il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas”.
Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, con un tempismo perfetto, chiarisce e stavolta ci mette la faccia senza passaggi burocratici. Quella intercettazione non esiste. E’ passata mezza giornata da quando l’espresso ha ribadito dell’esistenza dell’intercettazione nella quale il chirurgo Matteo Tutino parlando col Presidente Rosario Crocetta avrebbe detto “La Borsellino va fatta fuori, come suo padre”.
Quella frase che ha sconvolto la politica siciliana, dunque, non esiste e il prestigioso settimanale sembra essere caduto in una sorta di trappola, una ‘polpetta avvelenata’ che potrebbe ‘blindare’ il Presidente della Regione.
E’ inusuale, infatti, che una procura, dopo aver smentito, insista sulla smentita. Una posizione forte quella assunta dal procuratore capo di Palermo che mette il presidente della Regione nelle condizioni per perseguire la sua strategia di contrattacco: “volevano farmi fuori con i dossier”.
La seconda smentita in meno di 24 ore arriva mezz’ora prima della conferenza stampa del segretario del Pd Fausto Raciti e dunque blinda quella che sembra essere la posizione assunta dal partito già da ieri sera ma non comunicata ufficialmente per prudenza: il governo va avanti.
Crocetta ancora non ha sciolto la sua riserva e probabilmente non lo farà fino alla prossima settimana ma se tornerà in sella questa volta la sua posizione diventerà inattaccabile. Il Pd, adesso, deve scegliere se portare il Presidente fino a fine legislatura o chiedergli di farsi da parte a prescindere dall’intercettazione.