Lipari- “Sulla sanità la nostra classe politica ha fallito. Preferisco , quindi , lanciare un segnale dimettendomi”. Sorpresa nel Consiglio comunale di questa mattina. Pietro Lo Cascio ( in basso il suo comunicato stampa) ha lasciato il suo posto nel consesso civico e sarà sostituito dal primo dei non eletti Paolo Arena. ” Credo – ha spiegato Lo Cascio- che sulla sanità questa comunità non possa essere più mobilitata perchè noi, come classe politica, siamo stati incapaci di rappresentarla e di incidere nei percorsi che dovevano essere fatti per il rispetto dei nostri diritti. Di fronte a promesse e prese per i fondelli ( vedi la Commissione sanità all’Ars a Lipari) io faccio la mia parte dando segnale preciso”.
Trattata anche la questione dell’inceneritore del Mela. Sette amministrazioni locali hanno firmato un documento congiunto, chiedendo al Ministero dei Beni Culturali di fare proprio il parere negativo sull’inceneritore espresso dalla Soprintendenza prima dell’arrivo del nuovo soprintendente Orazio Micali.
La nuova documentazione presentata da A2A, l’azienda che vuole riconvertire la centrale Edipower in inceneritore, non muta la sostanza del progetto, trattandosi in ogni caso di un nuovo impianto che dovrebbe sorgere laddove il Piano Paesaggistico da poco approvato vieta nuovi impianti, ed anzi dispone la progressiva eliminazione di quelli esistenti.
Si attende un ordine del giorno del Consiglio comunale per manifestare la contrarietà alla realizzazione dell’impianto.
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COMUNICATO STAMPA
Da consigliere comunale, ho cercato di contribuire nel richiamare una giusta attenzione al tema del diritto alla salute e della difesa della sanità pubblica nel nostro paese, promuovendo o partecipando a mobilitazioni popolari, manifestazioni, raccolte di firme, stesure di documenti e persino a commissioni parlamentari ospitate presso la nostra aula consiliare. Alle nostre istanze hanno fatto seguito impegni e promesse che si sono tradotte puntualmente in un nulla di fatto, mentre oltrela cortina delle bugie istituzionali assistiamo a un costante smantellamento dei nostri servizi sanitari.
A Lipari, infatti, ogni giorno si deve lottare per ottenere l’ortopedico che ci spetta, o il ginecologo del consultorio previsto in pianta organica, per non parlare del senso di irrimediabile sconfitta che aleggia attorno a questioni più vaste e rilevanti, in primis il punto nascita, al quale ormai nessuno crede più.
Un consigliere comunale rappresenta la voce politica di un paese, ma se tale voce rimane inascoltata o non è in grado di arrestare un disegno scellerato che, con la complicità della nostra classe politica regionale e nazionale, ha il chiaro obiettivo di sopprimere gradualmente i diritti della nostra comunità, sono convinto che sia più dignitoso ammettere il proprio fallimento su un punto di massima importanza e, di conseguenza, dimettersi.
È questo il senso politico della decisione che ho annunciato stamattina in consiglio, quando in un clima di diffuso sconforto stavamo affrontando per l’ennesima volta l’argomento sanità. Il mio gesto vuole dare la misura di una sconfitta, che ritengo complessiva, e costituire al contempo una provocazione, dire che un rappresentante politico di una comunità non ci sta, non considera l’indifferenza o la rassegnazione alla stregua di atteggiamenti ineluttabili.
Forse analoghe provocazioni darebbero un peso ben diverso a questa protesta, soprattutto in termini mediatici, ma si tratta di valutazioni strettamente personali e legate alla propria sensibilità, e dunque non intendo biasimare o giudicare gli ex-colleghi e gli amministratori; anzi, a loro, così come a Paolo Arena che subentra come consigliere, formulo i miei migliori auguri per un proficuo lavoro.
So che le compagne e i compagni della Sinistra eoliana, così come i cittadini che mi hanno accordato la loro fiducia, condividono l’assoluta importanza della tutela del diritto alla salute e della difesa della sanità pubblica, e pertanto comprenderanno la valenza della mia decisione; rappresentarli in consiglio è stato un onore straordinario, non lo dico per retorica, e mi scuso se qualche volta (spero non molte) non sarò stato all’altezza di questo compito. Continueremo a lottare, insieme, come sempre, per un paese migliore.