di Giovanni Finocchiaro
Caro Direttore,
nel 1965 Achille Lauro è la nave blu della speranza.Viaggia verso l’Australia, carica di emigranti. Non è una nave di lusso e le sue partenze sono strappi di lacrime e disperazione.
Nel 2022, a torso nudo, con tatuaggi ben visibili, e pantaloni di pelle nera, Achille Lauro (classe 1990) dal palco dell’Ariston apre il Festival di Sanremo con la sua “domenica” insieme all’Harlem Gosperl Choir.
C’è anche Drusilla, (uomo, donna, gay, chi se ne importa) come conduttrice, la “nobildonna”, tornata in Italia da dieci anni, dopo aver vissuto all’estero. Pare che il nome Drusilla deriva dal battello che ospitò una notte di passione dei suoi nonni.
Cosa c’è di strano in tutto questo?
Peppe tu mi dirai, nulla !
E’ il nuovo festival formato giovane, digitale, e mutevole che con milioni dì visualizzazioni su smartphone o computer sbanca anche all’estero.
Per chi ha seguito la kermesse Ligure dal divano su RaiItalia come “Zio Frank” 14 anni all’epoca, imbarcatosi a Messina, emigrato dall’Italia a Sydney dove vive tuttora, le considerazioni e i ricordi sono ben diversi di Achille Lauro, del “battello”, e del festival.
Quanto a me, lascio ai porporati le accuse per l’offesa al mondo cattolico di blasfemia, durante la performance dello showman dì Verona. La mia opinione sul tema è sintetizzabile nel motto utilizzato da uno statista “italiano” d’altri tempi:“libera Chiesa in libero Stato”.
Di Sanremo non prendo nulla di quello che vedo troppo sul serio ormai, lo prendo per quello che è: una gara canora da tempo con “too many rappers”.
Lasciatemelo dire: a Sanremo deve ritornare dì casa la “melodia”….
(as soon as possible)
Per quel che riguarda i miei gusti, tra Achille Lauro nave e Achille Lauro cantante, preferisco il transatlantico.
Tra le conduttrici donne, belle, forse poco libere dì esprimersi dì un tempo, Ornella Muti e Drusilla, scelgo l’attrice romana.
E di Sanremo 2022…..Evviva San Bartolo!!!!
Ciaone direttore