PALERMO – La sanità siciliana investa sulla chirurgia robotica ed eviti di sostenere costi altissimi per consentire la mobilità passiva dei malati che si recano in altre regioni per fruire di tale tecnologia medica. Il governo regionale si attivi affinché la Sicilia possa proiettarsi verso una medicina del terzo millennio, guardando da una parte l’utenza e la necessità di erogare prestazioni di alta specializzazione con risultati diagnostici precisi e indispensabili, e dall’altra la formazione di medici, operatori e personale qualificato e specializzato in chirurgia robotica “autoctona”. Un’iniziativa seria in tal senso renderebbe la nostra regione adeguata e competitiva rispetto al resto d’Italia e all’Europa.
Va quindi superata la decisione dell’Hta regionale che ha espresso parere negativo alla richiesta di acquisto dei Robot da Vinci pervenuta dalle Aziende “Garibaldi” di Catania e “Civico” di Palermo, motivandola da un punto di vista scientifico, sostenendo uno scarso utilizzo della tecnologia robotica, e dal punto di vista economico, con il raggiungimento del punto di pareggio a più di 1000 casi trattati. Le regioni del nord produttivo, con in testa il Veneto si sono già dotati di integrazioni tariffarie che rendono remunerativo il DRG della chirurgia robotica delle varie discipline.
La Sicilia riconosce già queste integrazioni dei DRG in sede di compensazione. Ovvero si fa carico degli oneri economici obbligando i nostri cittadini alla migrazione sanitaria. Ciò deve essere modificato opportunamente dalla sanità regionale”. Lo affermano Giuseppe Picciolo, Salvo Lo Giudice e Totò Cascio, deputati regionali di Pdr-Sicilia Futura, firmatari di un’interrogazione parlamentare sul tema della chirurgia robotica.