(gazzettadelsud.it)Il consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza per Messina, dove nonostante la realizzazione di un by-pass non si riesce ancora a soddisfare il bisogno giornaliero dell’intera città.
Soprattutto nei rioni della parte alta della città, l’acqua non è arrivata nonostante il by-pass tra l’acquedotto di Fiumefreddo e quello dell’Alcantara. In queste aree, come per scuole e ospedali, é stato predisposto un servizio con autobotti che però non è ancora sufficiente. L’acqua che arriva con il by-pass della condotta dell’Alcantara, coi suoi 300 litri al secondo, oltre ai 200 della condotta della Santissima e circa altri 80 provenienti da alcuni pozzi, non basta a soddisfare tutta la città.
I lavori per la messa in sicurezza della collina di Calatabiano, dove si sono verificati gli smottamenti che hanno causato le rotture alla condotta idrica, non sono ancora iniziati. I tempi previsti, 20 giorni, potrebbero prolungarsi, ma al genio civile di Messina è arrivata una ipotesi di tamponamento: realizzare un altro bypass di un chilometro nella condotta di Fiumefreddo per aggirare la frana e aumentare il volume dell’acqua. «Il lavoro verrà realizzato grazie a una ditta di Brescia che utilizza un materiale tedesco di ultima generazione, che è flessibile», spiega il capo dell’ufficio, Leonardo Santoro, dopo un sopralluogo con tecnici dell’Amam, della Protezione civile e dell’esercito. «Con questo collegamento – aggiunge – che comunque sarà esteso perché si deve aggirare la collina, si riuscirà a risparmiare sui tempi».
Intanto, per cercare di fare fronte all’emergenza al porto di Messina è arrivata una nave cisterna della Marnavi, che ha una capacità 5.450 metri cubi d’acqua immessi direttamente nella rete cittadina. L’approvvigionamento è stato già riprogrammato per altri tre giorni almeno, il 7 il 10 e il 13 novembre. In città operano anche 5 autobotti da ottomila litri ciascuno dell’esercito, il cui intervento è stato richiesto dalla prefettura. I militari hanno distribuito acqua nei rioni a ‘seccò e hanno eseguito interventi in due scuole, e anche all’istituto Antoniano di Cristo Re, che si occupa della distribuzione dei pasti per i poveri, in quest’ultimo caso per consentire il funzionamento della mensa e del servizio docce.
Sulla crisi idrica a Messina è intervenuta la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «E’ inconcepibile che nel nostro Paese – ha detto – per l’incuria in cui si tiene il territorio, per la mancanza di investimenti ma anche di senso di responsabilità, siano sempre i cittadini a pagare».
Anche Milazzo, nel Messinese, rischia di rimanere a secco dopo un guasto alla condotta del Floripotema che rifornisce la città mamertina. Al momento, disagi soli nella zone più alte rispetto al livello del mare. Problemi anche in tre paesi dell’Agrigentino, dove sono state trovate tracce di batteri e la distribuzione dell’acqua è stata interrotta a titolo precauzionale. Una condotta si è rotta ieri anche nel napoletano, con disagi e scuole chiuse in dieci Comuni.
Continua infine la protesta a Gela per il disservizio nella distribuzione; gli abitanti invocano l’aiuto di Rosario Fiorello, che con Twitter ha acceso i fari sul caso Messina. «È assurdo che ci si appelli ad un personaggio dello spettacolo – ha postato l’artista sul suo profilo del social network – il Rosario giusto sarebbe Crocetta!». Oggi Fiorello ha condiviso l’appello di #gelasenzacqua invitando chi lo segue «a firmare tutti… Io l’ho appena fatto». E sull’emergenza idrica il Sicilia il Codacons chiede al governo di «dichiarare lo stato di emergenza e a stanziare fondi straordinari nella legge di Stabilità in corso di approvazione».