Riceviamo da S.B. e pubblichiamo lettera inviata all’Ufficio scolastico provinciale di Messina:
Oggetto: quale valore educativo ha sospendere un alunno della Ia elementare?
Egregio Provveditore,
giovedì scorso è stato emesso un provvedimento di sospensione di due giorni dalle lezioni a carico di un mio nipotino, che frequenta la Ia classe della scuola elementare di Lipari.
Certamente il comportamento di un bambino quando disturba le lezioni non può né deve essere giustificato, ed è giusto che docenti e genitori intervengano nel correggere atteggiamenti o azioni sbagliate, perché ciò fa parte di un percorso educativo e formativo importante che tutti abbiamo vissuto e conosciamo.
Ma mi chiedo che senso abbia scegliere un provvedimento di sospensione, o meglio, come può essere recepito e compreso da un bambino di appena 6 anni? Quando tornerà in classe, dopo un paio di giorni, siamo certi che avrà capito il perché di questa punizione?
Invece di intervenire reprimendolo e correggendolo sul posto e sul momento, lo si allontana: forse perché la scuola non è in grado di assolvere appieno il suo compito?
Come è possibile che oggi in una classe dotata di almeno tre insegnanti non si sia in condizione di fare fronte a incidenti del genere, che – ribadisco – non vanno giustificati ma sono perfettamente plausibili perché legati all’irruenza dell’età e alla novità del percorso scolastico, quando – ormai più di mezzo secolo fa – nella scuola elementare che frequentavo una unica figura di insegnante sapeva perfettamente gestire queste circostanze?
Eppure, la dirigente scolastica Fanti non solo ha ratificato il provvedimento ma, nel corso di un colloquio, ha addirittura suggerito alla famiglia di rivolgersi a uno psicologo.
Su quale base una dirigente esprime questo genere di valutazioni, che trovo anche piuttosto lesive della dignità del bambino?
Le porgo questi quesiti in forma pubblica perché sono sicuro che una vicenda del genere non riguarda soltanto il mio nipotino e il ristretto ambito della mia famiglia, ma può interessare anche un più vasto numero di genitori, perché questa è diventata la scuola dei nostri figli e dei nostri nipoti.