di Massimo Ristuccia
L’onorevole Florena nella seduta del 13 giugno 1872 alla Camera dei Deputati, cita Lipari diverse volte sollecitando dei collegamenti migliori da parte della Società “Florio”.
L’onorevole Florena era nato a Santo Stefano di Camastra il 28.10.1840, onorevole e dopo senatore (deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio), gruppo Sinistra.
TORNATA DEL 18 GIUGNO 1872
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE AVVOCATO GIUSEPPE BIANCHERI
PRESIDENTE. Ora viene un ordine del giorno dell’onorevole Florena, il quale è così concepito:
«La Camera invita il ministro dei lavori pubblici perchè avvalendosi delle facoltà dell’articolo 2° della legge 16 aprile 1862 sulle convenzioni marittime colla società Florio, in uno dei viaggi diretti tra Messina e Napoli, provveda all’approdo settimanale nell’isola di Lipari. »
Prego la Commissione di dichiarare se accetta quest’ordine del giorno.
DI RUDINÌ, relatore. La Commissione ha già detto ieri che proponeva il rinvio della petizione di Lipari al Ministero. Non credo che si possa fare di più in questo momento. Sebbene io stabilire un approdo a Lipari non torni di gran peso alle finanze, chè la spesa non ascenderebbe che a 10 mila lire all’anno circa, vi è una difficoltà che noi non possiam rimuovere. La difficoltà sta in ciò, che il tempo che s’impiega ira Napoli e Messina, ove si facesse sosta a Lipari, sarebbe accresciuto di quattro ore, e così si perderebbe la coincidenza colla ferrovia nel tratto Messina-Catania- Siracusa. Noi non abbiamo modo di riparare in questo punto all’inconveniente in discorso. Non vi è dunque altro a fare, che inviare la petizione al Ministero, mentre il ministro stesso (se non erro) accetta l’invio.
Sono poi persuaso che il Ministero prenderà accuratamente in esame quest’affare, e sono altresì persuaso, che, se gl’inconvenienti ai quali ho fatto cenno sono tali che vi si possa porre rimedio, l’approdo a Lipari sarà, senza nessun dubbio, deliberato.
PRESIDENTE. L’onorevole Florena ha facoltà di parlare.
FLORENA. Signori, nella tornata del 17 maggio scorso il Comitato privato della Camera votava un mio ordine del giorno che il ministro dei lavori pubblici non combattè, col quale si stabiliva che nel viaggio settimanale di cabotaggio nella linea Palermo-Messina gli approdi a Cefalù, Santo Stefano, Milazzo, Capo d’Orlando e Lipari, invece di quindicinali fossero settimanali, come settimanale è il citato viaggio di cabotaggio tra Palermo e Messina, che colia precedente convenzione del 16 aprile 1862, si estendeva sino a Malta. Si stabiliva ancora che in uno dei viaggi diretti tra Messina e Napoli fosse fatto approdo all’isola di Lipari. Dopo l’eloquente discorso dell’onorevole mio amico Botta, nella discussione di ieri, il ministro accettò la prima parte del citato ordine del giorno, ed anche io lietissimo prendo atto dell’impegno assunto dal ministro, il quale vivo sicuro che vorrà mantenerlo ed adempirlo.
Circa però l’approdo a Lipari, il ministro non prese uguale impegno, ma rispose evasivamente.
Io, che in una precedente tornata ebbi il bene di raccomandare per l’oggetto alla Camera la deliberazione del Consiglio comunale di Lipari, non posso acquetarmi alle equivoche parole del ministro.
È da considerare che Lipari è un centro popoloso di circa 20,000 abitanti. È da considerare che Lipari è ricchissima di ogni sorta di prodotti, che Lipari non è la sola isola a cui interesserebbe l’approdo, ma ancora quel gruppo delle isole Eolie, che sono Alicudi, Filicudi, Salina, Vulcano, Stromboli. È da considerare ancora che per Lipari il Governo non spende alcuna somma nè per istrade a ruota, nè per istrade ferrate o trafori, nè per telegrafi; per Lipari non spende niente. Sono 20,000 abitanti che altro non chiedono che mettersi in comunicazione col continente, e di non essere tenuti fuori del consorzio della famiglia italiana.
Cosa ha risposto il Governo, lo sapete, o signori? Con dei vedremo, studieremo! Con questa convenzione la condizione dell’isola di Lipari non viene a migliorare, anzi i mezzi di comunicazione (prego l’onorevole ministro di mettervi attenzione) i mezzi di comunicazione con Lipari sono scemati, poiché devesi tenere bene in mente che Lipari, una volta, era in comunicazione colla costa orientale della Sicilia, cioè con Riposto, Catania, Siracusa e Malta; ed oggi, giusta quanto si stabilisce nella lettera F, articolo 1 della convenzione, non lo sarà più. Colla nuova convenzione Florio (mi si permetta che io manifesti il mio convincimento), colla nuova convenzione Florio non sono si migliorate le comunicazioni dell’isola di Lipari, ma bensì peggiorate, poiché si è ridotta di metà la linea di cabottaggio delia quale godeva Lipari. Colle modifiche della nuova convenzione ne ritrae maggiore vantaggio l’amministrazione Florio che il paese.
Dunque, cosa vi chiede Lipari? Se da un canto il Governo viene a fare una economia di 65,520 lire, perché a questa cifra ascende la economia che si ottiene per la limitazione sino a Messina della linea di cabottaggio, che colla precedente convenzione si eseguiva sino a Malta, almeno si accordi che si possa mettere in comunicazione con Napoli. Lipari, che paga tutte le imposte, compreso anche il macinato, che il cessato Governo borbonico non volle attuare in quelle popolazioni, e che voi le avete esteso per l’eguaglianza di tutti nei tributi e non nei vantaggi; Lipari, che non gode nessun vantaggio di comunicazione e paga anche le decime sui prodotti del suolo, che si corrispondono al vescovo, per cui i poveri produttori vedono scemate del decimo le loro produzioni, meriterebbe dal Governo la maggiore considerazione.
Ma si fanno delle difficoltà, non in quanto alla spesa, perchè l’onorevole relatore ha detto che la spesa sarebbe di qualche migliaio di lire. Le serie difficoltà che si fanno sono le coincidenze coi treni ferroviari ; ma io credo che, tolta la difficoltà della spesa, la coincidenza dei treni ferroviari si potrebbe benissimo combinare, poiché è da supporsi che a Messina arrivano e partono tre treni ferroviari, ed a Napoli ne partono ed arrivano di più ; quindi si scorge di leggeri che se non arriverà in coincidenza al primo treno che parte da Messina per andare a Siracusa, il vapore che tocca Lipari arriverà in coincidenza al secondo od al terzo treno, come viceversa. Si può riparare ancora facendo sì che, quando il vapore deve toccar Lipari, esso anticipi la partenza da Napoli e da Messina.
Una volta che da Napoli tre treni sono in corrispondenza coi vapori che arrivano da Messina, la difficoltà di mettere in coincidenza i treni ferroviari col vapore di mare, io credo che non esista. Quindi io prego il ministro perchè voglia togliere questa questione e voglia, per una popolazione di 20 mila abitanti, per una città dove il Governo ha molti interessi, dove ci sono delle truppe e dove ci sono anche 400 detenuti circa, voglia avere quelle considerazioni che l’importanza di quell’isola e delle altre che la coronano richiedono.
PRESIDENTE. Dunque ritira ii suo ordine del giorno?
FLORENA. Aspetto…
PRESIDENTE. Dichiari se lo ritira o se lo mantiene.
PRESIDENTE. Dichiari se lo ritira o se lo mantiene.
FLORENA. Lo mantengo, aspettando le dichiarazioni del ministro.
PRESIDENTE. Vuol parlare, signor ministro ?
DI RUDINÌ, relatore. Ho chiesto io la parola.
PRESIDENTE. Parli dunque l’onorevole relatore.
DI RUDINÌ, relatore. Vorrei fare due osservazioni all’onorevole Florena.
La prima è questa: l’isola di Lipari dall’attuale convenzione non è danneggiata per nulla. Essa non perde nessun viaggio. Non si tratta dunque che di aggiungere un nuovo viaggio. Ma nessun lamento sarebbe giustificato, perchè non vi è soppressione di servizio. Seconda osservazione. L’onorevole Florena dice che questo contratto è fatto a benefizio della società Florio, e non a benefizio del paese. Mi scusi: è chiaro che la società guadagna ben poco in tutta questa combinazione ; anzi essa acconsente che certi servizi siano retribuiti in una misura inferiore a quella cui avrebbe diritto per la convenzione antecedente, che ci vincola ancora.
Dunque il benefizio non sta, creda pure, dalla parte della società. Non dirò che essa ci perda; ma non si può dire che la convenzione sia fatta tutta a benefizio suo, e che il paese non ne fruisca per nulla. Noti bene che le comunicazioni tra Napoli e Palermo si aumentano, e che si aumentano ancora quelle fra Napoli e Messina ; e questi mi paiono due benefizi da tenersi in conto.
Sento sempre a lodare l’iniziativa del Florio, sento a parlarne come di armatore che merita la pubblica riconoscenza, ed a queste lodi di gran cuore mi associo. Ma poi, tutte le volte che si tratta di avere a fare con lui, tutte le volte che si tratta di studiare un affare che lo riguarda, allora poco manca che non lo si qualifichi per poco meno che un camorrista. Questi apprezzamenti, a dir vero, non sono giusti, e non posso quindi astenermi dal contraddirli.
FLORENA. Domando la parola per una dichiarazione
PRESIDENTE. Parli.
FLORENA. L’onorevole Di Rudinì in certo qual modo mi ha tacciato d’ingiustizia, perchè io ho asserito che credo che la convenzione faccia più il vantaggio della società Florio che quello del paese.
Io lo prego di tener presente che torna più conto alla società Florio fare due viaggi diretti, cioè quello da Palermo a Napoli e quello da Messina a Napoli, anziché fare quello di cabotaggio da Messina a Siracusa e Malta, nel qual viaggio, per l’esercizio del tronco di ferrovia da Messina a Siracusa, faceva la società pochissimi affari o quasi punti.
Io ho viaggiato per quella linea, e ricordo che i capitani sempre mi dicevano che per quella linea, ad onta del sussidio governativo, la società Florio risentiva serie perdite.
Dopo ciò egli consentirà che al signor Florio, il di cui nome io rispetto non meno dell’onorevole Rudinì, convenga meglio fare il viaggio tra Napoli e Messina, anziché quello tra Messina e Siracusa, e ottenere altro viaggio da Palermo a Napoli, anziché fare quello da Palermo per Pantelleria e Tunisi, che oggi non so con quanta coscienza si sopprime. L’onorevole relatore stesso ed il Ministero ancora hanno dichiarato che nella soppressa linea Palermo-Tunisi non vi era il movimento di passeggeri, nè quello commerciale che si desiderava. E poi si decanta tanto questa convenzione colla società Florio !
Ma, signori, cosa si ottiene ? Si ottengono 110,436 lire di spesa di più. Ed io ho dovuto sentirmi dire da taluni dei miei amici, ed anche dall’altra parte della Camera, come se con questa convenzione si riparasse a tutti i torti del Governo (e nessuno me li negherà) d’avere ritardato i lavori stradali in Sicilia : ora, cari Siciliani, dovete essere contenti, perchè avrete le convenzioni marittime.
Ma cosa si fa finalmente?
Ho qui il vostro bilancio, ho qui lo specchietto riportato a pagina 12 della relazione. Nuove spese per la Sicilia lire 460,968. Risparmio lire 350,532. La differenza in più altro non è che di 110,436 lire. Ecco quali sono le maggiori spese che si fanno dal Governo per le comunicazioni colla Sicilia. Partorì la montagna e fece un topo !