di Massimo Ristuccia
Grazie al Sig. Antonio Spazzoli dell’Associazione Culturale “Tonino e Arturo Spazzoli” nipote di Tonino Spazzoli ho avuto delle foto di Leandro Arpinati scattate a Lipari durante il suo periodo da confinato, in particolare riferite all’anno 1934.
Tonino Spazzoli, nonno del Sig. Antonio, era legato da una profonda amicizia con Leandro Arpinati, egli fu ardito nella prima guerra mondiale, ferito gravemente restò menomato nell’uso del braccio destro. Decorato con Medaglia di Bronzo al Valore Militare e tre Croci al Merito. Fu poi legionario fiumano e avanguardista repubblicano. Come molti giovani romagnoli di formazione mazziniana e repubblicana si avvicina inizialmente al fascismo attirato dalle idee repubblicane e anticlericali di Mussolini. L’accordo con il Re e l’abbandono dell’ideale repubblicano confermato dall’abolizione della figura del Sindaco di elezione popolare con quella del Podestà di nomina governativa aprono, però, gli occhi ai giovani repubblicani forlivesi e già nel febbraio 1923 Tonino Spazzoli è segnalato alla Questura come sovversivo e pericoloso antifascista, e condannato per detenzione di bombe a mano. Durante il secondo conflitto mondiale Spazzoli aderisce alla ORI, Organizzazione Resistenza Italiana, e diventa l’organizzatore della resistenza forlivese in stretto collegamento con la OSS statunitense. Per ampliare la conoscenza consultare il sito internet www.fratellispazzoli.it
Estratti dal sito dell’Associazione Culturale “Tonino e Arturo Spazzoli”:
(Di Elio Santarelli, tratto da “Tonino Spazzoli” – estratto da “Il Pensiero Romagnolo” n. 31 e 32, 7 e 14 settembre 1974).
Deve nascere a metà anni Venti il sodalizio fraterno con Leandro Arpinati il focoso fascista romagnolo esponente del fascio di Bologna che Spazzoli aveva conosciuto nella nebbiosa sera del 10 novembre 1919 per il comizio di Piazza Belgioioso a Milano. […]
Arpinati aveva fatto una notevole carriera che lo aveva posto al vertice del fascismo italiano.
Podestà di Bologna dal dicembre 1926, Sottosegretario agli Interni dal 1929, Presidente della Federazione italiana gioco calcio fino al 1933 sembrava dovesse raggiungere posizioni di ancor più alto prestigio politico e sportivo. Ma il suo carattere generoso ed onesto oltre a un coraggio fisico notevole, la sua intolleranza verso l’arbitrio e il malcostume, lo posero ben presto in contrasto sia coi gerarchi che con lo stesso Capo del Governo. Si aprirono allora ostilità insanabili, nacque la guerra aperta. Arpinati rimasto solo con la solidarietà dei non molti amici rimasti fra i quali i bolognesi ovviamente, e i forlivesi. Fu ben presto sbattuto al confino di polizia nel 1934. Tonino Spazzoli, da tempo sotto il controllo di varie Questure del Regno per la sua attività repubblicana ed antifascista, farà la stessa fine di Arpinati anche o, diciamo, soprattutto per l’attività e la propaganda che svolge in favore dell’opera moralizzatrice dell’amico Leandro. Così parte per Lipari il romagnolo di Civitella, e per Pomàrico lo Spazzoli. Vanno al confino alcuni altri amici di Forlì.
In Spazzoli era così alto il sentimento dell’amicizia da superare partiti, fazioni… Quindi quegli uomini rappresentativi, con posti di governo di alto prestigio o meno, non erano altro che carissimi suoi amici e basta. II Partito fascista non c’entrava per niente. (Icilio Missiroli).
Leandro Arpinati è a Forlì probabilmente verso la fine di luglio o i primi d’agosto. Della data precisa non sono certi né Icilio Missiroli, né Bruno Casadei che mi han parlato dell’episodio che narriamo. Comunque sia, l’ex gerarca è ospite di Spazzoli nella sua casa di via Archimede Mellini. La gente lo viene a sapere e qualcuno che è in riunione in un incontro fra esponenti di partito, vorrebbe passarlo per le armi. La signora Tìna Gori, un’altra preminente figura della Resistenza forlivese, è messa al corrente e corre a perdifiato verso l’abitazione di Spazzoli, per indurlo ad allontanare l’amico. Ma Tonino, che le era pur legato da un caldo legame di pura amicizia, la invita in malo modo ad andarsene, aggiungendo che Arpinati era ospite suo, quindi sacro.
Una Breve sintesi sulla vita di “Arpinati”.
Giovanissimo socialista e poi anarchico, entrò in amicizia con Mussolini e fu con lui alla fondazione dei Fasci di combattimento in piazza Sansepolcro a Milano nel 1919, dove assieme a Spazzoli e altri ex arditi romagnoli svolgeva il compito di servizio d’ordine; partecipò a numerose azioni squadristiche, come l’aggressione all’avvocato Bentini nel 1920, imprese che gli costarono ogni volta solo pochi giorni di carcere. Fece poi carriera nel Partito Fascista come federale, podestà e deputato, fino al sottosegretariato al Ministero degli Interni. Assunse pure incarichi di rilievo in ambito sportivo, e dal 1931 al 1933 fu presidente del CONI e della federazione italiana gioco calcio. Mantenne tuttavia un carattere indipendente e polemico, affrontando duri scontri con altri pezzi grossi del Regime (su tutti Achille Starace) che accusava di tradire l’ideale fascista e perseguire unicamente interessi personali, tanto che nel 1934 venne espulso dal PNF e ,sospettato di tramare contro Mussolini, fu arrestato nella notte del 26 luglio 1934 sotto l’imputazione di avere mantenuto atteggiamento ostile alle direttive e all’unità del regime, venne inviato a Lipari per scontarvi cinque anni di confino. Stessa condanna per i grandi amici Tonino Spazzoli e l’avv. Torquato Nanni, socialista, terzo componente del gruppetto. Dopo due anni poté tornare a Malacappa, rimanendovi sotto stretta sorveglianza. Rifiutò nel 1943 l’invito di Mussolini ad aderire alla Repubblica Sociale e strinse rapporti con il CLN attraverso gli amici Spazzoli e Nanni. Il giorno dopo la liberazione di Bologna venne ucciso da partigiani della 7^ GAP assieme all’amico Torquato Nanni.
Foto 1: Sopra Diana curva tufo con il riferimento all’angelo custode, che, come si può ben immaginare, non è il cane ma l’uomo con l’ombrello. In una lettera al nonno del Signor Tonino, Arpinati scrive di essere costantemente seguito dalla polizia politica.
Foto 2: a Marina corta tra un gruppo di giovani prima della sua partenza da Lipari.
Foto 4: Lipari 1934 stupenda, primo piano e nitidezza, in riva al mare di Lipari…a Portinente si vede la garitta in fondo da notare in particolare la “torre” sulla destra, dopo demolita.
Foto 7: sotto monastero sullo sfondo Marina lunga.
Foto 5: Lipari 1934 strada in costruzione San Leonardo.
Foto 8: al porto Sottomonastero seduto momento di riposo.