L’album dei ricordi : Il Subacqueo, Stromboli ( febbraio ’83)

A cura di Massimo Ristuccia

Il Subacqueo febbraio 1983 Itinerari italiani Stromboli.

L’isola del Vulcano

di Vittoria Amati

FEBBRAIO 1983Non sembra un’isola mediterranea, ma è affascinante anche se i suoi colori non sono vivi e luminosi. C’è nell’aria l’idea di un compromesso: quello fa le case,  gli abitanti e il grande vulcano che sonnecchia sopra di loro.

Stromboli è la compagna irrequieta delle isole Eolie, le sue bocche eruttive per quanto spettacolari, durante la notte, non danno cenni di cedimento e costituiscono sempre la solita minaccia di un vulcano che da un momento all’altro può inghiottire l’abitato e purtroppo anche un turista sfortunato, incuriosito dagli spruzzi di fuoco e di lapilli. Attenzione quindi all’escursione, è meglio non avventurarsi senza guida’.

L’isola poggia i suoi 926-melri di altezza {massima) su una base immersa che giunge alla profondità di 1200 m., ed è la stessa che sostiene anche le altre isole, la loro morfologia si spiega oltre che con I’attività vulcanica, anche con I’azione di innalzamento dei bradisismi e con l’erosione marina, quest’ultima a volte appare in forme molto spettacolari. Ma Stromboli francamente non è una tra le più belle, il colore della sabbia delle spiagge e i fianchi della montagna dove non cresce-vegetazione sono molto scuri e tetri e non rimandano l’impressione di un’isola con le caratteristiche di luminosità e calore proprie di un’isola mediterranea. È affascinante invece, proprio per questo suo netto distacco, per questa sua atmosfera incombente di pacato pericolo che emana dal vulcano. Guardi le case bianche che affiorano tra il verde delle pendici quasi al livello del mare, chiedendoti se il prossimo anno saranno ancora là’ C’è nell’aria quasi un’idea di forzato compromesso con qualcosa che ha una natura e un carattere potente e ostile, ma non è rassegnazione, penso sia attaccamento alla propria terra.

Tre sono i centri abitati: S. Vincenzo, S. Bartolo e Ginostra che sporge sul versante di fronte a Panarea. La vegetazione di Stromboli è rappresentata da alberi di carrubbo, di mandorlo, di fichi e ulivi. Le vigne sono coltivate per estrarre un vino abbastanza rinomato, e Ia «malvasia», che è un liquore dolce da fine pasto somigliante al vin santo. S. Vincenzo è un incontro interessante e divertente, si nota dai negozi e dai ristoranti che c’è un afflusso di turismo regolare e soprattutto straniero. I ristoranti sono piccoli, ognuno di loro è particolare e specializzato in un tipo di cucina e in un tipo di arredo del locale caratteristico, sfruttando invece di un’eleganza o di una raffinatezza da ostentamento spicciolo, e da richiamo turistico, l’immaginazione e un buon grado di cultura. Nel bazar che vende importazioni cinesi c’è da curiosare molto, anche con la gioia di scoprire prodotti e profumi inglesi.

Stromboli 3

Stromboli ha arginato I’emigrazione grazie al turismo e si è organizzata di conseguenza, ma nessuno finora si è dato Ia preoccupazione di pensare a un centro permanente di ricarica Ara e di assistenza per il subacqueo. Grave handicap. Ma il subacqueo è sempre quello che bene o male è attrezzato con una barca o con un gommone, è sportivo e sa che prima dell’immersione ci sono sempre un paio d’inconvenienti. È molto paziente, se no il pesce come lo prende?

Sott’acqua

L’itinerario parte dalla zona compresa tra Ficogrande e Piscità {S. Vincenzo) correndo in senso anti-orario.  E una zona di spiagge e di passaggio d’imbarcazioni, non particolarmente interessante per la pesca e per la fotografia.  La spiaggia, composta da ciottoli, si estende in mare degradando fino a 35 metri, poi sprofonda. Si possono incontrare alcune specie di pesci interessanti da osservare. La prima è la Donzella Pavonina, una specie ermafrodita, nasce infatti con le caratteristiche femminili, poi crescendo la livrea si trasforma, aumenta la dimensione e cambia il suo sesso.  Nel primo periodo la livrea ha un fondo verde chiaro, striata trasversalmente di celeste con una macchia nera nel centro del dorso. Nel secondo periodo, quello maschile, i colori acquistano tono, il verde di fondo di venta più intenso, le striature sono rosse. La testa è rossa striata di blu.

Ancora più bella è la livrea della Donzella (stessa famiglia) che ha il corpo disegnato come quello di una pittura astratta. I colori molto vivaci,  verde, blu, arancione, rosso/ nero, giallo, si fondono insieme striando il corpo che nei maschi adulti arriva fino a25 cm. di lunghezza. E’ commestibile. L’altra è Ia Castagnola. Da adulta misura tra gli 8-1,2 cm., presenta una colorazione scura con le scaglie segnate in senso orizzontale di un colore chiaro. II piccolo, tra i 12-16 mm., è nero striato sul dorso e sui fianchi di un colore blu elettrico, Ia sua somiglianza a un pesce tropicale non è del tutto casuale. E infatti l’unico rappresentante mediterraneo dei Pomacentridi, una specie caratteristica delle barriere coralline.

 

II colori delle spugne

Tra Piscità e P.ta Frontone c’è una cigliata che scende verso i 15 m., declinante vero i 40, tra le rocce si possono scorgere spugne/ gorgonie e astroides, solo più sotto dopo i20/25 metri, tra gli anfratti, si rifugiano cernie, ricciole, murene e gronghi. I fondali intorno a Stromboli dopo un primo invito di sabbia e rocce, sprofondano molto presto oltre i 50 metri.  Le pareti immerse, infatti, hanno Io stesso grado di pendenza di quelle emerse. Da P.ta Frontone fino a P.ta Chiappe, non ci sono abitazioni o centri turistici, le pareti di questo versante sono quelle che attraverso le due sciare, Sciara del Fuoco e Sciara di Baraona conducono i detriti Iavici fino al mare. Solo verso Ia Sciara del Fuoco c’è un po’ di spazio che dà posto a una lingua di spiaggia. Questa è una zona tranquilla, non molto frequentata dal traffico delle imbarcazioni.  I fondali sono rocciosi e accolgono nelle spaccature ogni tipo di pesce pelagico. Purtroppo, e questa non è una novità, hanno la tendenza a nascondersi e proteggersi puntando verso il fondo. Le prime ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio potrebbero offrire delle opportunità più favorevoli per riuscire a sorprendere le prede.

Prima di P.ta Chiappe all’altezza dello Scoglio Baccalà c’è una dorsale a forma di T a pochi metri di profondità.  Sul piano sabbioso si apre una grotta ideale per fare fotografie in contro-luce e per utilizzare il flash e illuminare i colori delle spugne calcaree e i rametti di falso corallo (Myriapora truncata). Quando si parla di spugne ci viene più facilmente in mente Ia forma molle e morbida delle spugne che siamo abituati a toccare accanto alla vasca da bagno e ci sembra strano collegare anche quelIe incrostazioni dure e colorate attaccate alle rocce. Esistono tre tipi di spugne infatti, che si differenziano tra loro per il tipo di composizione chimica della struttura scheletrica. Questa è composta di «spicole» che possono essere calcaree, silicee o composte da fibre di spongina, dividendo e caratterizzando il phylum dei Poriferi in tre Classi: le Calcispongie, le Hyalospongie e le Demospongie.  Le spugne sono tra le forme di vita più primitive, un tempo classificate come vegetali furono poi riconosciute come animali dopo che si poté scoprire e studiare più precisamente Ia loro organizzazione interna.

Il meccanismo di respirazione e di nutrizione è svolto da una cellula detta «coanocita», composta da un flagello che provoca con la vibrazione lo spostamento dell’acqua. La riproduzione è sessuata, cioè ogni spugna produce sia le uova che gli spermatozoi,  ma questo avviene in tempi differenti in modo che non si verifica l’autofecondazione, ma una fecondazione incrociata. La posizione delle colonie di spugne dipende molto dalle correnti d’acqua, la specie eretta può talvolta presentarsi in forma aderente alla roccia, e viceversa quella incrostante presentarsi in forma eretta. L’organizzazione interna insufficiente e l’impossibilità al movimento non hanno permesso alle spugne un’evoluzione adeguata, sono rimaste forme di vita dipendenti dalle rocce, sulle quali si modellano costruendo chiazze di colore molto vivaci. Tra le Calcispongie è molto bella la «rosa di mare, che si presenta come un delicato merletto rosa ed è possibile conservarla facendola seccare una volta raccolta.

Pesce di passo

Dall’altra parte della dorsale ci sono ancora due grotte, più piccole. Da P.ta Chiappe a P.ta dell’Omo il stromboli cartinafondale non costituisce variazioni sorprendenti,  è composto da una cigliata di una ventina di metri che in alcuni punti a grossi massi rotondi scende oltre i 40 metri. Le cavità sono ottime tane per cernie, saraghi,  murene e gronghi che si annidano tra il limite delle rocce con Ia sabbia,  A giugno e settembre sono abbondanti i passaggi di branchi di ricciole. All’altezza delle secche di Lazzaro, a 7 metri di profondità c’è un arco nella roccia grande abbastanza per pinneggiarci attraverso. Da P.ta dell’Omo a Malpasseddu la line di fondale praticabile è molto stretta, si perde in profondità immediatamente lasciando come terreno di caccia una parete che accoglie le specie più varie tra quelle di scoglio. Oltre a quelle già nominate, anche triglie e corvine. Da Mailpasseddu e La Petrazza il fondale compreso entro i 40 metri si allarga, stessa composizione, zona di  roccia e finale di sabbia. Poi, in prossimità di S. Vincenzo, inizia la zona di divieto a causa del passaggio degli aliscafi che congiungono Stromboli alle altre isole e con Milazzo e con Napoli.

Davanti a Ficogrande, in mare aperto, c’è Strombolicchio; punto di attrazione per tutti i sub. E’ uno scoglio alto 43 metri, sulla cui sommità una sessantina di anni fa hanno costruito una piattaforma e un faro che è raggiungibile tramite una scaletta appoggiata alla roccia, molto ripida. Lo scoglio s’immerge profondo, da un lato a 40 metri e dall’altro a 60. Emana un fascino di solitudine e di mistero abbastanza inquietante, sarà forse perchè non si sforza di essere accogliente, non offre appigli, si immerge e basta. Sotto i ventri metri una corrente d’acqua gelida stanza un po’ i movimenti e raggela letteralmente l’atmosfera.

Il mare intorno allo scoglio è molto pescoso, circolano grossi branchi di occhiate, molte caute in verità. Negli spacchi, a portata di polmoni potenti perché c’è da immergersi molto profondamente, ci sono cernie, saraghi e ricciole. Il versante che scende a 40 m. presenta un unico gradino sui 28 m. e sotto il faro c’è un bel fondale da fotografare, abbellito dalla presenza di una larga ramificazione di gorgonie gialle e rosse.

Tra Stromboli e Strombolicchio c’è un passaggio roccioso sottomarino che le unisce, a tre quarti di distanza un po’ spostata sulla destra c’è una secca con cappello sui 18 metri. Anche qui le sorprese possono avere l’aspetto di murene, cernie, ricciole e al massimo ai primi di luglio anche di corvine. La micro-flora e la micro-fauna sono abbastanza varie ma non spettacolari. Può capitare di scorgere un piccolo pesce (15/20 cm.) del genere Anthias, conosciuto più familiarmente come Castagnola rossa. Vive tra i  20 e i 200 metri e il suo aspetto rimane inconfondibile per i colori delle sue pinne e della sua coda che vanno dal celeste al verde fondendosi tra loro…