di Gianni Iacolino
È vero che la seconda guerra mondiale è iniziata già alla fine della prima, subito dopo la firma del trattato di Versailles del 1919 , quindi ben prima del 1945. La Germania, pur avendo perso la prima guerra, si sentiva parte lesa ed oltraggiata da un trattato iniquo, a suo giudizio, e su questa base iniziò tutta una serie di operazioni, rivendicazioni, annessioni ,aggressioni, provocazioni di ogni genere, richieste perentorie cui il resto d’Europa rispose sempre acconsentendo, proprio nella speranza di evitare una nuova guerra, memore del dramma della prima.
E l’effetto, paradossalmente, fu proprio quello di farla esplodere nuovamente. Gli argomenti di allora di Hitler e quelli di oggi di Putin sono sempre gli stessi : scatenare un intervento militare giustificato da appartenenze linguistiche o storiche di alcuni territori. “Morire per Danzica ? ” si diceva allora. “Morire per Kyev ? “si direbbe oggi , tanto si assomigliano i due momenti storici. “Danzica mi appartiene” urlava Hitler , i Sudeti ( popolazione di lingua tedesca in Repubblica Ceca) sono minoranze da vendicare e quindi da sfruttare come pretesti per invadere la Repubblica Ceca .
Anche stavolta nessuno interviene, anzi. Ed il Fuhrer prende nota . Ho fatto quello che ho voluto e nessuno ha avuto niente da ridire. Ad ogni rivendicazione, per paura di contraddirlo, tanto era pericoloso, lo si accontentava anche oltre le sue richieste. Il ministro degli esteri inglese Lord Halifax si recava a fargli visita di cortesia a Berlino ed , al ritorno, non poteva trattenersi dal vantare le grandi qualità umane e politiche del folle Adolfo, circostanza che ci ricorda ,oggi, le tristi macchiette dei nostri Silvio&Matteo. A dire il vero , per indurlo a più miti consigli, si attivarono anche le vie diplomatiche ( patto di MONACO 1938) coinvolgendo il sodale Mussolini ed, al ritorno da quella riunione, già all’aeroporto di Londra, il primo ministro inglese , Chamberlain, si mostrava orgoglioso dei risultati ottenuti grazie alla politica dell’ appaeasement . L’appeasement (in lingua italiana : riappacificazione ) fu la politica degli inglesi per placare le mire espansionistiche del Fuhrer e scongiurare così un intervento militare.
Dopo l’annessione dell’Austria e le mancate risposte inglesi e francesi che accoglievano alla lettera le richieste tedesche – si era all’apice della politica dell’appaesement – si permise ad Hitler di occupare in tutta tranquillità prima la Boemia e la Moravia e, subito dopo la Polonia, scatenando a questo punto la seconda guerra mondiale. Fu chiara l’incapacità di reagire all’espansionismo di Berlino , si cercò in tutti i modi di giustificare e motivare le richieste del tiranno pur di salvaguardare la pace col risultato, così, di scatenare la guerra. Avevo già scritto della paranoia dei tiranni , dei loro deliri di potenza e di grandezza motivati sempre dagli stessi pretesti . I deliri di grandezza si sono sempre accompagnati a quelli di persecuzione non potendo, i primi, stare in piedi da soli . Vivono necessariamente in simbiosi. Non potrebbe mai essere altrimenti. Un delirio alimenta l’altro. Non è certo l’allargamento della Nato a dettare le mosse aggressive e disumane del criminale di turno.
Prima dell’aggressione dell’Ucraina ha fatto altrettanto male in casa sua, in Cecenia, in Crimea, in Siria senza bisogno di giustificarsi, con operazioni militari gratuite e devastanti in cui la Nato non c’entrava nulla, come non c’entra nulla ora. Nonostante l’evidenza dei fatti , in tanti si bendano gli occhi. In che cosa questo antagonismo nei confronti della realtà soddisfa chi lo incarna ? Siamo dentro ad una ferocia promessa, premeditata da una mente criminale. Col cercare continuamente di comprendere comportamenti così feroci, dandone sempre spiegazioni che cozzano con l’evidenza degli eventi, si finisce quasi sempre col giustificarli, diceva Primo Levi, che di queste cose , purtroppo, se ne intendeva.
Se c’è una paura che tormenta Putin, non è certo la Nato , ma il timore delle DEMOCRAZIE che lo circondano . Queste si che sono contagiose.