Chiedo venia in premessa (qualcuno si risentirà) per quanto esporrò di seguito, ma certi ‘panni’ non si possono lavare in famiglia, hanno bisogno di ‘pubblicità’, perché concernono le cattive abitudini che fanno dei partiti centri di potere invece che aggregazioni di persone in cui dominano democrazia, confronto e visione collettiva.
Scrivo per riaffermare un principio disatteso, affinché la funzione dei partiti non continui ad essere svilita da pratiche opache e logiche di clan.
Da tesserato al PD provo una certa amarezza per la scarsa o inesistente propensione del circolo locale a coinvolgere gli iscritti nelle proprie attività.
Eppure, all’atto dell’iscrizione, la mia prima ad un partito, avevo creduto che il PD fosse la ‘casa’ meglio strutturata e più aperta al confronto democratico, che garantisse le condizioni ideali per una partecipazione attiva alla vita politica, che consentisse ad ognuno di dare il proprio, ancorché modesto, contribuito alla proposta del partito per la comunità Eoliana.
Andando al sodo, è prossima la scadenza per la presentazione di liste e programmi per le elezioni amministrative, ma non ho notizia della convocazione di assemblee aperte a tutti gli iscritti per la definizione delle linee politico-programmatiche e dei candidati del partito alle cariche elettive.
Oggi, siamo già fuori tempo massimo (settimana prossima si presentano liste e programmi) per le necessarie, approfondite e ‘democratiche’ riflessioni del caso; e certamente non sarebbe accettabile e dignitosa per i partecipanti una convocazione dell’ultimo minuto che servirebbe solo a ratificare decisioni già prese.
Da chi e con quale metodo, in un momento storico difficile che richiederebbe massima partecipazione e condivisione, sono state fatte le scelte per il PD di Lipari?
Democrazia interna, coinvolgimento e consultazione degli iscritti su programma e rappresentanza sono principi inderogabili o garanzie teoriche e superflue?
A tali quesiti cercherò risposta anche (se necessario) ricorrendo all’ausilio degli organi di garanzia del partito, ma l’obiettivo che più mi preme raggiungere è quello di stimolare un cambio di ‘prassi’, necessario per non allontanare chi vorrebbe partecipare e per conservare la residua credibilità di politica e istituzioni.
N.B. di seguito, a beneficio di quanti non lo conoscessero, ignorando i principi fondanti del Pd, mi sento in obbligo di ricordare l’articolo 4 dello statuto regionale del partito, a cui devono attenersi, ovviamente, anche i circoli locali.
Le iscritte e gli iscritti al Partito Democratico Siciliano hanno il diritto di:
a) partecipare all’elezione diretta dei Segretari e delle Assemblee a tutti i livelli territoriali, ove previsto;
b) essere consultati sulla scelta delle candidature a qualsiasi carica istituzionale elettiva;
c) votare nei referendum riservati agli iscritti;
d) partecipare alla formazione della proposta politica del partito e alla sua attuazione; e) avere sedi permanenti di confronto e di elaborazione politica;
f) essere compiutamente informati ai fini di una partecipazione consapevole alla vita interna del partito;
g) avanzare la propria candidatura per gli organismi dirigenti ai diversi livelli territoriali e sottoscrivere le proposte di candidatura per l’elezione diretta da parte di tutti gli elettori;
h) sottoscrivere le proposte di candidatura a ricoprire incarichi istituzionali.
CORDIALMENTE