Negli ultimi anni è stato registrato un aumento delle cause di lavoro dei dipendenti contro i propri datori di lavoro. Secondo i dati dell’ISTAT, nel 2022 sono stati presentati oltre 1 milione di ricorsi di lavoro, un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. I motivi di questo aumento sono molteplici, ma tra i principali si possono annoverare la maggiore consapevolezza dei lavoratori dei propri diritti e la crescente crisi economica.
Tutto questo ha portato ad un ingente quantitativo di lavoro per sindacati e avvocati giuslavoristi. Soprattutto quest’ultimi hanno visto triplicarsi gli incarichi, essendo le figure più indicate e dunque scelte dai lavoratori per affrontare problematiche lavorative e riuscire a far valere i propri diritti.
Cosa tratta l’avvocato del lavoro
L’ambiente di lavoro spesso si rivela essere la principale fonte di stress, burnout e ansia. Un contesto non facile dipeso, talvolta, da un comportamento inopportuno da parte di alcuni capi. Di contro, l’abbondanza di informazioni oggi disponibili hanno generato lavoratori sempre più informati sui propri diritti e più propensi a farli valere in caso di violazione. Tra i motivi principali che portano un lavoratore a far causa al proprio datore vi sono discriminazioni inerenti al sesso, la razza, la religione, le opinioni politiche, la nazionalità, la disabilità e l’orientamento sessuale. Non di meno, soprattutto quando si parla di lavoratori in nero, motivo già sufficiente per poter denunciare il proprio capo, avvengono mancati pagamenti di stipendi e straordinari, negazione di ferie e permessi o orari di lavoro non a norma di legge. Nei casi più gravi, si parla poi di licenziamenti illegittimi, ossia quando il lavoratore viene licenziato senza giusta causa, e mobbing, vale a dire una forma di violenza psicologica che può portare a gravi conseguenze per la salute.
Motivi tristemente noti alle cronache che possono però trovare un lieto fine avvalendosi dell’aiuto di un legale professionista del settore. Attraverso una semplice ricerca online, inserendo nella barra Google “studio legale assistenza lavoratori”, è facile notare come tra i risultati appaiano lunghe liste di studi legali interamente specializzati sul mondo del lavoro. Questo perché l’avvocato giuslavorista rappresenta la figura ottimale per avere assistenza qualificata su un tema così complesso. Un ambito che racchiude un’infinita varietà di leggi in continuo e costante aggiornamento, che necessitano di uno studio approfondito e assiduo. Inoltre, tra i vantaggi che vi sono rivolgendosi ad un avvocato del lavoro si annoverano la riduzione dei tempi necessari per risolvere una problematica e un senso di sicurezza maggiore.
Come si svolge una causa di lavoro
Una volta aver dato mandato ad un avvocato del lavoro ed avergli esposto il caso, il primo step consisterà nel presentare il ricorso rispetto a quanto accaduto. In questa fase è importante rientrare nei tempi stabiliti dalla legge per evitare di non poter più agire legalmente. Una volta ricevuto il ricorso, il tribunale fissa un’udienza di comparizione delle parti dove sarà possibile presentare le posizioni di entrambi con le prove inerenti al caso. Alla fine dell’udienza, il giudice può decidere di rinviare la causa ad un’udienza successiva o concludere la causa in quello stesso momento. In quest’ultimo caso il giudice emetterà una sentenza contenente le motivazioni attinenti alla scelta presa. La sentenza, qualora sia ritenuta “ingiusta” potrà essere impugnata in appello entro 30 giorni dalla sua notifica. Nella maggior parte dei casi, i risultati ambiti dai lavoratori che fanno causa ai propri datori sono di tipo economici, come i risarcimenti danni, oppure come nei casi di licenziamento o demansionamento, il reintegro nel posto di lavoro pre-causa.
Dati i tanti passaggi e convocazioni, è difficile stabilire la durata di una causa di lavoro. Quelle più brevi possono anche essere risolte in pochi giorni e in maniera consensuale senza neanche arrivare a scontrarsi nelle aule di tribunale, mentre quelle più lunghe possono durare diversi anni. Fare una previsione specifica è dunque impossibile. Lo stesso vale per i costi. A seconda di come si concluderà la causa i costi possono essere addebitati ad entrambe le parti o solo a quella perdente. Certo è che fino alla sentenza, i singoli costi devono essere sostenuti personalmente ma, nel caso di redditi inferiori a determinati limiti e l’impossibilità di anticipare somme di denaro, il lavoratore può essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato. (Pubbliredazionale)