Riceviamo dall’avv. Antonino Genovese, in replica ad un comunicato diffuso stamane dal Comando Provinciale dei Carabinieri ( e non ad un nostro articolo) su un arresto eseguito a Filicudi e pubblichiamo:
In data odierna è apparso sul Vostro quotidiano online “il Giornale di Lipari” un articolo (apparentemente non firmato da alcuno) dal titolo “Filicudi: arrestato per stalking e per l’incendio di un auto”, nel quale si afferma tra l’altro che:
” L’arresto su ordinanza è il risultato di una lunga e accurata attività di indagine condotta dai Carabinieri di Filicudi, che con pazienza e professionalità hanno ricollegato diversi episodi avvenuti sull’isola tra il novembre 2010 e il settembre 2013, che avevano destato grande allarme sociale e che si è dimostrato essere tutti riconducibili all’arrestato. In particolare i militari dell’Arma hanno dimostrato che il SARPI fu l’autore di due incendi verificatisi a Filicudi nell’agosto del 2013 a distanza di soli due giorni. In quella circostanza SARPI diede fuoco prima a una vettura, una Opel Astra e due giorni dopo, in un’area destinata a deposito in località “spiaggia delle punte”, provocò l’incendio di circa 50 lettini da spiaggia e 30 ombrelloni.”
Ed ancora che:
“In realtà dietro a questi gravi episodi c’era solo una triste storia di “stalking”, di persecuzione da parte del SARPI ai danni della sua ex convivente e il suo nuovo compagno.”
” All’apice di vari e documentati, momenti di ira, come già detto, il SARPI si spingeva fino a incendiare la macchina e le attrezzature di un lido, tutte cose di proprietà del nuovo compagno della sua ex.”
Ebbene la predetta pubblicazione – per le espressioni ed i modi verbali impiegati dall’autore – ingenera nei lettori l’errato convincimento che la responsabilità del Sarpi per i fatti illeciti in essa elencati sia stata già provata (“dimostrata”).
Tale circostanza non risponde al vero, trattandosi invece di semplici ipotesi accusatorie allo stato non verificate in contraddittorio ed in ordine alle quali il Signor Sarpi non ha ancora avuto l’opportunità di svolgere alcuna attività difensiva: peraltro il procedimento penale, per quanto consti, si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.
Vi invito e diffido pertanto a rimuovere immediatamente l’articolo ed a pubblicare idonea rettifica, avvertendoVi sin s’ora che in difetto il mio assistito non esiterà tutelarsi in ogni sede opportuna, anche penale.
Salvi ogni altro diritto ed azione, anche risarcitoria.
Distinti saluti.
Avv. Antonino Genovese