Continua il dibattito su Alicudi dopo la nota di Paolo De Ferraris . Riceviamo, a tal proposito, da Giovanni Brancaccio e pubblichiamo :
Gentile Signor De Ferraris
Parafrasando Anna Maria Ortese potremmo dire che il mare non bagna Alicudi. Da quello che leggo nella sua lettera, infatti, lei non è mai stato ad Alicudi.
Lei è stato in quel “non luogo” che è stato regalato al turismo di massa. Lei è stato dove vengono portati i turisti dei barconi. Lei ha fatto il bagno dove noi che conosciamo l’isola non ci fermiamo mai.
Non si sconvolga ma lei non ha visto Alicudi.
Io la invito a tornare qui e a salire le scale: Alicudi è su.
La zona del porto non è che una piccolissima porzione dell’isola. Tutto il resto è natura selvaggia e incontaminata, aria pulita, silenzio, quasi totale assenza di inquinamento luminoso che rende la visione del cielo notturno un’esperienza straordinaria, antiche case eoliane di rara bellezza architettonica e antiche scale di pietre a secco, animali selvatici, alcuni dei quali rari e vicini all’estinzione come il falco della regina e la capra girgentana, un panorama mozzafiato sulle altre isole e sulla Sicilia, fino all’Etna, infatti di notte non di rado è possibile vedere le eruzioni dello Stromboli e dell’Etna.
Oppure la invito ad affittare una piccola barca per fare il bagno sul versante nord, nord-est e nord-ovest dell’isola, un’ampia zona completamente disabitata, con pochissime barche e acqua pulitissima anche ad agosto.
La invito a tornare e, dando le spalle al mare, a chiedere al primo che incontra: “per Alicudi quanti gradini devo salire?”
Sono perfettamente d’accordo con lei invece riguardo le condizioni inaccettabili del deposito della spazzatura. E’ troppo vicino alla spiaggia e basta un colpo di vento per far volare la spazzatura in riva al mare. Speriamo che prima o poi l’amministrazione si renda conto dell’urgenza dei lavori da fare. Intanto meglio evitare quel tratto di spiaggia.
Mi permetta, invece, di correggere due sue affermazioni per amore di correttezza.
Una delle grandi risorse del mare sono le praterie di posidonia che hanno una notevole importanza ecologica.
Al loro interno vivono molti organismi che nella prateria trovano nutrimento e protezione.
Il posidonieto è infatti considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.
Il posidonieto è infatti considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.
La sorprenderà sapere che a minacciare la posidonia non sono i corpi morti che invece in pochi mesi diventano habitat perfetto per pesci e alghe, ma le ancore delle barche.
Va quindi preferito mille volte un ormeggio a una boa, anche abusiva, all’ancoraggio.
Infine, lei parla di barche (addirittura ne ha contate trenta!) che scaricano in mare i propri rifiuti.
Ebbene quasi tutte le barche sono dotate di serbatoi di acque nere che vengono svuotati lontani dalla costa dove le correnti disperdono quanto versato in mare, in pochi minuti. Insomma le barche ormeggiate in rada non mi sembrano francamente un problema.
Mi creda, e con questo la saluto, poche centinaia di metri di innegabile degrado costiero non tolgono nulla alla natura incontaminata del resto dell’isola che, ripeto, secondo il mio modesto parere, lei non ha ancora davvero conosciuto.
Cordialmente
Giovanni Brancaccio