15 scosse fino alle 3 della notte scorsa nella stessa area, a sud di Alicudi e Filicudi. Nel link la situazione su Ingv terremoti
Uno sciame sismico che si segue con attenzione , anche da parre della premier Meloni a Palazzo Chigi , dopo il forte terremoto di 4.8 scala Richter avvenuto ieri pomeriggio nella zona ad una profondità di 17 km . Interessato tutto il versante tirrenico dell’intera provincia di Messina. Il fenomeno , comunque, è noto.
” E’ il movimento di convergenza tra la parte settentrionale della Sicilia e la parte meridionale del Tirreno ad aver scatenato il terremoto di tipo compressivo che alle 16.19 del 7 febbraio 2025 ha scosso le isole Eolie con una magnitudo di 4.8″. Lo spiega alla Ansa il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni.
“La zona colpita si trova in una fascia che corre da est verso ovest, grossomodo da Ustica alle Eolie, che è notoriamente una zona in cui la parte nord della Sicilia sta convergendo con la parte meridionale del Tirreno generando terremoti di tipo compressivo”, afferma Doglioni.
E’ escluso ogni tipo di legame con i recenti terremoti di Santorini, che invece rientrano in un contesto geodinamico completamente distinto e separato.
L’evento rilevato, come osserva il direttore dell’Osservatorio Etneo di Catania Stefano Branca, è stato di media intensità e profondità, in linea con l’attività sismica della zona interessata.
«Il rischio di tsunami è da escludere. Considerata l’intensità moderata del terremoto avvenuto in mare tra l’Isola di Alicudi e quella di Filicudi, con una magnitudo di 4.8, ci aspettiamo al massimo qualche scossa di assestamento». Lo ha spiegato ieri all’AGI Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio nazionale terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).
«Nell’area interessata, notoriamente sismica, la placca africana spinge verso quella europea e il movimento può causare appunto terremoti», afferma l’esperta. La scossa, registrata a 20 chilometri di profondità, è stata percepita in un’area vasta della costa della Sicilia settentrionale e anche in alcune zone della Calabria.
«Successivamente abbiamo registrato 3-4 scosse meno intense – continua Margheriti – suggerendoci che si tratta di una sequenza poco attiva. Il fatto che il sisma si sia verificato in mare ha certamente contribuito ad evitare danni».
Se ci saranno scosse più forti nelle prossime ore o giorni è impossibile saperlo. «Non possiamo prevederlo», conclude l’esperta.