di Gianfranco Taranto
Succede ogni volta che chi predica bene, razzola male. Del resto, è normale che d’estate la frenesia cittadina delle regioni italiane colpisca anche gli isolani, questo morbo che portato dai turisti vogliosi di relax e tranquillità, renda i liparoti molto irascibili e pronti ad attaccar briga col primo che capita.
Del resto abbiamo nove mesi per criticare; essere ambasciatori eoliani; essere inviati straordinari; lamentarsi o dire letteralmente delle stupidate.
Tutto per il bene comune, Lipari deve crescere, le Eolie devono crescere!
Ma allora è tutto a posto! Se tutti insieme, dicono, lavoriamo in armonia qual’è il problema? Purtroppo quando si lavora signori miei è tutto un altro paio di maniche.
Succede ogni volta che l’estate eoliana, per via di quelle tanto lamentate mancanze pubbliche e private, di quell’essere troppo ambasciatori, promotori ed inviati gratuiti, con l’aggiunta del morbo portato dai turisti, sia diventata caotica, dinamica, rabbiosa e poco remunerativa, evidentemente.
Le giornate storte capitano a tutti ma chi tondo nasce quadrato non lo diventa. Parliamoci chiaro, chi pensa di vivere, alle Eolie, in una società civile deve sapere che non ci vive per niente.
Del resto, succede in tutte le città italiane, che ad un conducente di mezzo pubblico, padre di famiglia, ma soprattutto essere umano in primis, di sosta ad una regolare fermata venga intimato di non fermarsi ed a sua volta aggredito. Succede ogni volta, da Palermo a Milano.
La vita su di un’isola è fatta così. Non ci son segreti. Le notizie volano come i coriandoli. Si sa tutto di tutti. E comunque, il giorno dopo è finito il carnevale, non gliene frega più nulla a nessuno. Succede ogni volta…