di Carmelo Mustica
In una nota del presidente di Federalberghi Isole Eolie leggo di un “settembre di sicuro calo, vista la drastica riduzione dei flussi di clientela straniera e i cattivi presagi che ormai da un paio di settimane ingolfano i media sulla ripresa della pandemia”. Alla lettura di questa nota ho esclamato di getto una considerazione: l’ottimo presidente Del Bono se ne rallegri, ci è andata bene, i danni d’immagine per le Eolie, e in particolare per Lipari, sarebbero potuti essere ben peggiori delle perdite dovute alle assenze attuali se la clientela autunnale fosse stata tutta presente!
Se questi viaggiatori fossero venuti in gran numero in questa stagione avrebbero demolito con le loro impressioni, una volta rientrati a casa e nei loro club settoriali, il “prodotto Eolie”. Perché? Perché il lockdown, con la conseguente assenza della lunga e intensa stagione escursionistica primaverile, quindi con i sentieri non percorsi da nessuno per lunghi mesi, ha messo a nudo una lapalissiana verità: i sentieri abbandonati a sé stessi si degradano al punto da renderne spiacevole la fruizione nonostante le meraviglie naturali, storiche e archeologiche che custodiscono.
I sentieri dell’isola di Lipari, in quest’inizio di stagione escursionistica autunnale, versano in condizioni disastrose, invasi di rovi, tracciati resi invisibili dalla vegetazione o scavati dalle acque meteoriche e divenuti trappole per gli arti dei coraggiosi che vi si avventurano. Quei pochi percorsi pedonali risparmiati dalle sdemanializzazioni o dalle chiusure private più o meno lecite potrebbero essere le perle con cui attrarre i veri attori della destagionalizzazione, ma si sta lasciando che vadano in rovina per sempre.
E le amministrazioni non stanno muovendo un dito affinché ciò non accada, tanto i volontari locali ogni tanto puliscono qualche tratto e le guide straniere partono armate di forbici per i rovi. Davvero vogliamo andare avanti così a proporre Lipari? Nonostante si continui a parlare di destagionalizzazione dell’offerta turistica si continua a non far nulla per le categorie di viaggiatori che già arrivano fuori stagione e in gran numero popolano le Eolie in questi mesi non strettamente balneari: gli escursionisti, i camminatori, tutti coloro attratti dal primo sito UNESCO italiano per valori naturalistici. Sembra proprio che questa categoria, senza la quale i bei mesi non prettamente estivi sarebbero semideserti, non venga considerata degna di nota. Tornando al discorso iniziale, quindi, è una fortuna che questa stagione autunnale sia così.
Regala all’isola di Lipari, e alla sua amministrazione, una seconda possibilità: provare a fare qualcosa entro la primavera, provare a far di tutto per evitare che tanti tour operator dicano “no, niente, Lipari la togliamo dal programma 202x perché i sentieri sono impresentabili e pericolosi”.
Perché alcuni già lo dicono, perché qualcuno lo ha già detto, confessandomelo quasi scusandosene. Ma come dargli torto? Ma come non trovare tutto ciò avvilente al cospetto delle meraviglie che ci circondano?