La prof.ssa Marilena Maffei, autrice del libro “Donne di Mare” sulle pescatrici delle Eolie ricorda Rosina Mirabito, una di esse, scomparsa ieri

Rosina Mirabito, una delle quattro pescatrici eoliane a cui il Presidente Sergio Mattarella nel 2018 ha conferito l’altissima onorificenza del Cavalierato al Merito della Repubblica, è morta domenica 12 luglio. Era malata da tempo e non aveva potuto partecipare nemmeno alla cerimonia organizzata allora dal Comune di Lipari per la consegna di quel riconoscimento. In sua vece era stato dato alla giovanissima nipote, quasi fosse una staffetta cui passare il testimone. Era stato quello un momento altamente emozionante per tutti i presenti. D’altronde la circostanza era eccezionale: per la prima volta nella storia della Sicilia, e nella storia d’Italia, un piccolo gruppo di lavoratrici del mare veniva premiato dal Capo dello Stato per l’attività svolta. Un gesto carico di senso e valore che voleva sottolineare la gratitudine di un Paese verso chi aveva duramente lavorato per contribuire al mantenimento della famiglia proprio durante quell’età in cui si ha diritto solo all’istruzione e alla spensieratezza, senza il vincolo del lavoro.
Rosina Mirabito faceva infatti parte di quella generazione di donne che nelle Isole Eolie avevano iniziato ad andare a pesca da bambine seguendo il padre o la madre, lavorando accanto a loro nel mare. Qualche anno fa in una mia intervista la sorella Nicolina così rievocava quel periodo:
“Piccole piccole eravamo, si figuri che non ho fatto nemmeno la terza elementare!, dopo il primo sonno andavamo a pesca. […] io, papà mio e mia sorella.[…] Chi remava? Noi, si! Per remare noi figlie eravamo, se [nella barca] eravamo assà: un remo per uno avevamo, se eravamo pochi: una tutte e due i remi. E vostro padre? Pescava, buttava la rete, teneva il timone. […] Da dove partivate? Da Portinente, c’era una bella spiaggia allora! […] poi andavamo a lavorare in campagna. Anche sua mamma andava a mare e in campagna? Per forza e come campava?”
Un frammento di vita vissuta che la memoria marinara delle isole ha fatto emergere, una memoria persistente che si oppone alla dimenticanza di storie di vita come quella di Rosina. Lei, ugualmente a tante altre sue coetanee, il mondo ha imparato a leggerlo sull’immensa distesa del mare.
Per averci insegnato che il mare non è mai stato un luogo di soli uomini, a Rosina tutti noi siamo grati. Specialmente noi donne. E io per prima.
Che il mare e la terra ti siano lievi, addio Rosina!