Lipari- Tragedia, purtroppo, annunciata nell’isola. Una donna cingalese , di 40 anni, alla 34esima settimana di gravidanza, quindi verso la fine del ciclo, è arrivata ieri pomeriggio in ospedale con forti dolori addominali in seguito ad un distacco di placenta. Per il bambino in grembo non c’è stato nulla da fare. Ha perso la vita. Ai sanitari di turno al pronto soccorso e al ginecologo in servizio , secondo le prime sommarie ricostruzioni, non sarebbe rimasto altro da fare che verificare la mancanza del battito e chiamare , d’urgenza, l’elisoccorso per trasferirla, in lotta contro il tempo, dunque, all’ospedale di Milazzo .
Perche in questi casi, com’è noto , può essere a rischio di vita anche la gestante per la conseguente emorragia. Tant’è che la donna è stata operata ed ora è ricoverata in prognosi riservata al nosocomio mamertino. Alle Eolie si continua a morire così e non è la prima volta, negli ultimi anni. Tutto ciò mentre la politica continua a perdersi tra direttive europee, numeri, documenti e soprattutto personalismi che non servono a nulla se non a perdere di vista quello che è il problema principale: vivere nelle isole , in mezzo al mare, significa, ancora oggi, poter morire per la mancanza di quelle strutture indispensabili invocate, da anni , dai residenti .
Va puntualizzato che il distacco di placenta è un evento raro e che le indagini faranno luce su quanto accaduto. Bisogna verificare, ad esempio, se il bambino sia morto prima che la donna entrasse al pronto soccorso ma il fatto stesso, come accade in questi casi, che a rischiare sia stata anche la mamma perché all’ospedale isolano , oggi come oggi, manca di tutto specie per far fronte ad emergenze di questo tipo, non può passare in secondo piano. Per due motivi. C’è già stato il precedente: nel 2012, una donna di 29 anni, giunta sempre all’ospedale per un distacco della placenta, aveva perso il suo bimbo all’ottavo mese di gravidanza. E non si può dipendere dagli elicotteri. Oggi, ad esempio, è previsto maltempo con forti raffiche di vento. Le stesse che qualche giorno fa hanno reso problematico l’atterraggio dell’elisoccorso, sempre per un’altra gestante, nell’elipista dell’ospedale.
Frattanto gli eoliani che non sanno più a che santo votarsi per evitare lo smantellamento dell’ospedale hanno rivolto un appello al presidente Mattarella che nel suo discorso di fine anno aveva chiesto maggiore attenzione per le problematiche delle piccole isole. Un gruppo di 2 mila cittadini spinto dal furore dei social ha fatto presente al Capo dello Stato che “ dopo la chiusura del punto nascita i ginecologi in servizio sono passati da tre a uno, mentre anche l’organico degli anestesisti è stato ridotto da cinque a due unità. Gli abitanti delle Eolie- ha scritto Daniele Corrieri- sono in ansia, ma soprattutto sfiduciati dalla politica; i costi per chi deve curarsi fuori dalle isole sono elevati e le lasciamo immaginare chi ha difficoltà economiche come può affrontare eventuali soggiorni e assistenza fuori da questo territorio”.
Per giorno 8 marzo , guarda caso per la festa delle donne, è stato annunciato l’arrivo della VI commissione servizi sanitari all’Ars nell’isola. Lo ha dichiarato Alessandro La Cava , responsabile del Megafono di Crocetta anche per le Eolie. Un segno del destino , nel giorno della festa delle donne , per la riapertura del Puno nascita ? Si vedrà. Com’è noto il presidente Digiacomo e i componenti della Commissione avevano stabilito di venire a Lipari dopo la recente audizione del sindaco Marco Giorgianni sul punto nascita e sui problemi dell’ospedale e della sanità in genere, alle Eolie .