Riceviamo dalla dott.ssa Angela Mazziotta e pubblichiamo
Egregio Direttore ,
scrivo queste righe a seguito di quanto verificatosi per l’avviso di maltempo che ha determinato il comprensibile esodo in massa di turisti giustamente preoccupati di un soggiorno forzoso; ” con notevole danno economico” degli operatori del settore Si faceva quindi riferimento al disservizio dei trasporti evidenziandosi la mancata adozione di navi adeguate ; e che ” occorrono piani alternativi in caso di condizioni meteomarine avverse”.
Certamente ogni opinione è legittima. Tuttavia avrei apprezzato molto di più che la protesta fosse stata indirizzata alla vera e sola causa di tutto ,che non sono le condizioni meteomarine avverse nè le navi inadeguate , ma ancora oggi la vergognosa mancanza di un porto . Come è notorio anche agli incompetenti come me, infatti, l’impedimento non è dovuto alla alla navigazione e non dipende dalle condizioni del mare , che queste navi sono perfettamente in grado di fronteggiare ma dalla forza del vento che , in mancanza della protezione di una diga foranea può provocare in fase di attracco scarrozzamenti improvvisi e tali da causare che il mezzo navale venga sbattuto sul molo ; rischio peraltro gravante sulla personale responsabilità del comandante e di cui legittimamente nessuno intende farsi carico. Come peraltro già accaduto.
Per questo ritengo che la richiesta di ” soluzioni alternative” dovrebbe essere molto ma molto più forte e molto ma molto più diretta alla ignavia di una classe politica locale, regionale e nazionale che da sessanta anni vive e prospera con i voti degli eoliani e dei quali invece non ha la più piccola considerazione e rispetto. E mentre a Salina gli amministratori sono stati capaci di realizzare addirittura tre porti, per motivi annosi ed imperscrutabili nessuna delle rimanenti isole ne ha uno. Però come mai nessuna vibrata protesta si sente per chiedere la realizzazione dei porti , almeno a Lipari, che sarebbe l’unica e vera ” soluzione alternativa”? Non interessa quali siano lo sviluppo e la sicurezza del territorio che derivano dalla realizzazione di un porto? E , vorrei aggiungere, che oltre al danno economico sarebbe forse interessante considerare anche il “danno sociale ” di una intera comunità , che vive ed opera quotidianamente nel territorio , dove paga le tasse di cittadino eoliano, regionale ed italiano, e che sopporta disagi che non esistono più nemmeno nel cosiddetto terzo mondo.
Come per esempio una rete idrica che da da decenni è un colabrodo ; o l’ assenza di quella di smaltimento delle acque reflue, per cui le “catusere” scaricano per strada come negli ottocenteschi romanzi di Dickens . E che dire dell’abbandono ultradecennale delle Terme d S. Calogero , risorsa inestimabile , inattive per la volontà della amministrazione del tempo – amministrazione che , come esprime il termine stesso , dovrebbe amministrare in nome, per conto e nell’interesse dei cittadini che a questo l’hanno delegata – di sospendere il pagamento degli oneri concessori alla Regione, determinando così la decadenza della concessione stessa ? Tutto ciò è purtroppo solo una parte di un contesto generale, di cui nessuno parla ,ed in cui si protesta per “il maltempo ed il disservizio”.
Leggo intanto che a Taormina , comune di undicimila abitanti, sono presenti ben dodici alberghi a cinque stelle , ciò che ne fa il territorio del meridione d’ Italia con la più alta concentrazione di alberghi di lusso , e che registra un incremento crescente . Ognuno tragga le proprie conclusioni.