Amica Cara: Armando Riitano ricorda Lucia D’Albora

lucia armando

AMICA CARA

di Armando Riitano

Troppo lontano quel tenero, anche se già disincantato, pomeriggio del 2002, quando allo spirare dell’estate, tu, Davide Cortese ed io proponemmo le nostre poesie alla calorosa platea del Centro Studi di Lipari, nel corso di un incontro che disillusamente denominammo EDEN FATUI (PALLIATIVI POETICI): << La poesia >>, spiegavamo agli attenti astanti, parlando più o meno a braccio, << può regalarci sensazioni eccelse, transitorie epperò; può farci smettere di soffrire per un tempo che di volta in volta potremo valutare come lungo o, al contrario esiguo. Ma è del tutto inadatta a guarirci dalla doglia di esistere: un Eden, per noi che la amiamo, accompagnato però da un aggettivo che immediatamente ne neutralizza la sublime accezione: ‘fatuo’.>>

Non proprio tutti rammentano che il tuo ingegno artistico è stato multiforme: cantante, pittrice e, appunto, poetessa. Di seguito una delle tue poesie lette in quell’inobliato dì, della quale ho innanzi la copia manoscritta che affettuosamente mi affidasti affinché esprimessi un parere, sotto il solleone della ridente estate di quell’anno che giammai, ben lo so, smetterà di affliggermi con gli strali delle sue ricordanze.

Ma qual tuo argentino canto, quale delicata tua pinta tela, quale verso tuo carezzoso, può risultare adesso idoneo ‘palliativo’ – come allora dicemmo – a lenire, foss’anche per men che un istante, il tormento della tua assenza?

Ho telefonato a Davide, a Roma, avvertendolo che non discuterai più con noi degli argomenti che ci stanno a cuore; ed abbiamo deciso che Thanatos dovrà scomodarsi ancora due volte per prenderti definitivamente, perché finché noi vivremo tu vivrai.

 

CRISTALLI

di Lucia D’ALBORA

Cristalli,

i ricordi che hai lasciato dentro me…

cristalli che luccicano come libellule nella notte

trasparenze che non posso ignorare…

Attendo primavere che non esistono ancora,

alberi frondosi dove poter sognare,

ruscelli incantati dove potermi dissetare.

 

Cristalli,

i miei anni segnati lontano da te…

cristalli che ho scolpito fra pensieri ineguali,

tra percorsi succinti per proseguire la vita,

nessuna risposta tra le nuvole del cielo.

Attendo falsando un ritmo non mio

tra fiumi impetuosi e castelli incantati,

è vero e non è vero, è l’alba…, il tramonto?