
Sommessamente
Natale, dalle nostre parti, rischia spesso di diventare un paradosso: viviamo in pochi metri quadrati, ci incrociamo ogni giorno per strada, conosciamo i nomi di tutti, eppure stiamo diventando estranei. Ci muoviamo dentro un’evoluzione frenetica che ci vuole iper-connessi col mondo, ma curiosamente distanti da chi abita il portone accanto.
La cronaca recente ci ha raccontato di un uomo che, per vergogna e povertà, ha preferito il silenzio di un bosco all’umiliazione di chiedere aiuto. È una storia che deve farci riflettere, perché quei “boschi” esistono anche tra le nostre case: sono i boschi dell’indifferenza, della solitudine di chi non arriva a fine mese o del silenzio di chi sta male e non vuole disturbare. Come, per tornare nel nostro piccolo arcipelago, a Santa Marina Salina, dove ad una donna, che ha vissuto per tanto tempo in auto con il suo cane, nei pressi del cimitero, e letteralmente invisibile nonostante fosse da tutti conosciuta, oggi, grazie al Sindaco, ha trovato almeno uno stanzino all’interno della scuola ma dove, però, non può neanche farsi una doccia. E non sa come andare avanti perchè – racconta- le hanno bloccato anche la pensioncina del marito.
Alla politica non chiediamo oggi messaggi di auguri formali, ma una visione che vada oltre l’ordinaria amministrazione. Amministrare un piccolo paese non significa solo gestire spazi, ma ricucire legami. Serve una politica che rimetta al centro la persona, che crei reti di protezione sociale capaci di intercettare il bisogno prima che diventi disperazione. Un futuro migliore non si costruisce con le grandi opere, ma con la capacità di non lasciare indietro nessuno, garantendo che ogni cittadino si senta parte di un progetto comune e non un numero isolato.
A noi cittadini, invece, spetta il compito più difficile: riscoprire la solidarietà autentica. Essere comunità non significa sapere “chi è” l’altro, ma chiedersi “come sta”. Significa barattare un po’ della nostra privacy e del nostro individualismo con un po’ di condivisione. Il vero valore da promuovere quest’anno è la prossimità: tornare a guardarci negli occhi senza il filtro del giudizio o del pettegolezzo, recuperando quella mano tesa che un tempo era la nostra forza più grande.
Se vogliamo davvero che il domani sia diverso, dobbiamo smettere di essere un elenco di abitanti e tornare a essere un popolo. Solo così il Natale smetterà di essere una parentesi di luci e diventerà la base su cui ricostruire il nostro futuro.
Auguri Lipari, auguri Eolie !








