Curzio Malaparte. Un nome che evoca subito l’immagine di un intellettuale irrequieto, una figura complessa e spesso controversa del Novecento italiano, un “maledetto toscano” capace di provocare e affascinare con la sua scrittura e la sua personalità debordante. Ma dietro il personaggio pubblico, lo scapolo d’oro corteggiato e invidiato, si nascondono storie e sentimenti meno noti, capaci forse di illuminare nuove sfaccettature della sua eredità.
È proprio su uno di questi capitoli meno esplorati che si concentra il nuovo libro di Giuseppe La Greca ( Edizioni Helicon), un’opera che promette di addentrarsi nel cuore di Malaparte attraverso l’analisi della sua relazione più significativa: quella con la misteriosa e sensuale “Flaminia”. Tra il 1929 e il 1935, Flaminia non fu una delle tante fugaci conquiste del celebre scrittore – uomo ricco, bello e celebre, notoriamente poco incline al matrimonio ma molto al corteggiamento – ma divenne, stando alla presentazione del volume, “il suo amore più importante, il più duraturo nella vita dello scrittore”.
Il merito principale del lavoro di La Greca, come si evince dalla presentazione, sembra risiedere nella scelta di un approccio che va oltre la semplice ricostruzione biografica e cronachistica. Sebbene il libro ripercorra quegli anni cruciali attraverso il racconto degli eventi, il vero focus e l’elemento distintivo è l’indagine condotta attraverso gli scritti dello stesso Malaparte dedicati all’amante. Poesie, racconti, brani che diventano una sorta di specchio dell’anima, rivelando il Malaparte più intimo, quello capace di amare profondamente al di là della maschera pubblica.
L’autore sposa l’idea che, in definitiva, siano proprio le opere di Malaparte – “i suoi libri, i suoi racconti e le sue poesie” – a rappresentarlo nella sua essenza più vera, non solo ai suoi contemporanei ma anche ai posteri. Comprendere la relazione con Flaminia attraverso la lente della sua produzione letteraria offre, dunque, una chiave d’accesso privilegiata per penetrare la complessità del personaggio e della sua “eredità”.
Il riconoscimento del valore di questo lavoro non è tardato ad arrivare: il saggio di Giuseppe La Greca è stato insignito del Primo Premio nella sezione Saggistica inedita al prestigioso Premio Letterario “La Ginestra” di Firenze, a testimonianza della sua originalità e profondità di analisi.