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Home Lipari News Lipari Ambiente e territorio

Sauerborn : ​”Eolie, patrimonio in pericolo. Perché l’istituzione del Parco Nazionale non può più aspettare”

GdL by GdL
31 Ottobre 2025
in Lipari Ambiente e territorio
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EOLIE, a Lipari torna la rassegna “Racconti d’estate”: proiezioni, retrospettive e cineforum con attori, registi e studiosi della settima arte
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di Roberto Sauerborn

Le Eolie e non solo, come vedremo, oggi più di ieri devono fare i conti con due fenomeni che possiamo bene definire rischiosi. Uno naturale, l’altro antropologico: 1) il rischio “sismico-vulcanologico”, dovuti alla stessa natura vulcanica delle isole; 2) il rischio “antropizzazione selvaggia” figlia di un turismo di massa incontrollato e che si riferisce a una trasformazione eccessiva e distruttiva dell’ambiente naturale da parte dell’uomo, che porta a conseguenze negative come il consumo del suolo, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi. Questo processo include la costruzione strutture e infrastrutture, ma anche stili di vita insostenibili che alterano gli equilibri ecologici.

Questi “rischi” sono tranquillamente acclarati e certificati oltre che connessi.

Dal 14 giugno 2002 con un DPCM e sino al 31 dicembre 2007 veniva dichiarato un continuo ed ininterrotto stato di emergenza nel territorio del comune di Lipari “comprese le aree marine e le fasce costiere interessate dagli effetti indotti dai fenomeni vulcanici in atto nell’isola di Stromboli”.

Nel 2019 lo Stromboli ha vissuto due violenti episodi parossistici. Il primo si è verificato il 3 luglio, causando la morte di un escursionista e la caduta di lapilli. Il secondo, il 28 agosto, ha generato esplosioni più potenti, anche con ricadute di cenere sull’abitato e il raggiungimento del mare da parte di una colata lavica.

Sono stati momenti drammatici con migliaia di escursioni abbandonati sulle spiagge dai barconi provenienti dalla terraferma, solo il caso ha voluto che non assistessimo impotenti ed impreparati ad una tragedia.

Nella mattinata del 4 dicembre 2022, i sismografi dell’Ingv hanno registrato, alle 8.12 ora italiana, una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 gradi con epicentro in mare, a sud-ovest dell’isola di Vulcano, la più meridionale dell’arcipelago. In quella stessa giornata, a partire dalle 15 (ora locale) del pomeriggio di domenica è intanto cominciata l’attività vulcanica a Stromboli, dove sono stati coinvolti l’area craterica e la Sciara del Fuoco. Questi ultimi eventi hanno determinato la chiusura delle scuole, mentre il sindaco di Lipari deciderà, insieme alla Protezione civile e ai centri di competenza che monitorano il vulcano, di dare dapprima lo stop alle escursioni sul vulcano e successivamente una limitazione permanente alle quote di visita.

Questi, in sintesi i più recenti fenomeni sismici e vulcanici che hanno interessato le isole Eolie e che hanno creato preoccupazione sulle isole e non solo oltre che ai turisti abbandonati in preda al panico.

Quanto accaduto deve inoltre farci riflettere che non si può parlare di sicurezza nelle e per le Eolie se non coinvolgendo in questa riflessione anche le terre e le popolazioni delle coste dirimpettaie con cui queste isole sono indissolubilmente e reciprocamente legate da millenni sia per storia sia per cultura che per fenomeni e disastri naturali.

A Stromboli, tra il 4 ed il 5 ottobre 2025 si è tenuto un importante incontro tra scienziati, associazioni, politici e popolazione locale in cui da una parte si è ribadita la “pericolosità” dello Stromboli dal punto di vista del “rischio” per le popolazioni locali, per la sua natura di vulcano attivo, mentre dall’altra parte si è parlato, discusso e anche testimoniato il pericolo per il territorio stesso, questo di carattere antropologico, vuoi derivante dall’incuria, vuoi da un turismo senza regole, vuoi dal vuoto amministrativo e gestionale per poter garantire la tutela e la protezione sia di un territorio “speciale”, che di una popolazione altrettanto speciale visto il desiderio oltre che la necessità di voler vivere nelle Eolie tutto l’anno.

Questi stessi temi sono stati oggetto, in parte, degli Stati Generali delle isole minori tenutisi a Lipari dal 10 al 12 ottobre 2025 a cura del Ministero della Protezione Civile e del Mare.

Alla fine di tutto, ciò che è emerso è stata la necessità (l’assenza) di una gestione sostenibile di questi territori oggi, di fatto, non garantita sia dalle politiche in atto che dagli enti esistenti. La necessità di un ente/organismo super partes che possa fare sia da coordinamento tra gli enti che da governo delle norme esistenti nell’interesse superiore della tutela della popolazione che del patrimonio pubblico e che interessa non solo le isole Eolie ma tutto l’areale tirrenico che ingloba le Eolie e le coste che stanno davanti, siciliane che calabresi.

A questo punto, sarebbe bene introdurre dei temi, tre strumenti esattamente su cui si dovrebbe lavorare e che si potrebbero attivare: il Parco Nazionale delle isole Eolie, il Parco Regionale Naturalistico dei Monti e Borghi Peloritani e l’Area Vasta con la previsione di un Accordo di Programma per tutto l’areale tirrenico che comprende, appunto, le Eolie e le coste siciliane e calabresi.

La legge finanziaria del 2007, specificamente l’articolo 26 della legge n. 222/2007, ha previsto l’istituzione del Parco Nazionale delle isole Eolie insieme ad altri parchi in Sicilia. Tuttavia, l’istituzione effettiva non è mai avvenuta a differenza di quello di Pantelleria che ha visto la luce per via di un vasto incendio che ha suscitato nell’opinione pubblica la giusta preoccupazione ed ha convinto a Giunta Regionale Siciliana ad esprimere parere favorevole nel giugno 2016. Successivamente, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’istituzione, demandandola a un decreto del Presidente della Repubblica. Ed infine il 28 luglio 2016, il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto che ha istituito formalmente il Parco Nazionale dell’Isola di Pantelleria.

Mi chiedo cosa si aspetti per il Parco Nazionale delle isole Eolie…

Purtroppo, il Parco Nazionale delle isole Eolie è uno strumento osteggiato, avversato per la cecità di tanti nel non riconoscere la grande valenza che questo strumento segnava e avrebbe significato per le nostre isole. Se le Eolie, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, continuano ad essere oggetto di interesse, ammirate e amate lo si deve a quelle azioni che hanno consentito di salvaguardarle a partire dell’applicazione sul territorio eoliano della L.1497/39 con un Decreto del 1966 e che ha, in seguito, determinato la stesura e l’approvazione del Piano Territoriale Paesaggistico nel 2001.

C’è da dire che la colpa dell’avversità verso questi strumenti non è solo della popolazione locale. Questa, se non informata e se non formata su quello che significa il luogo su cui vivono, su cui sono nati, non hanno colpa. Purtroppo, la popolazione locale é fuorviata da modelli esterni che giungono d’estate o che si vedono in tv o, e questo è stato peggio, fomentata alla rivolta da chi ha sempre e solo visto in queste isole opportunità di guadagno basato solo sulla crescita, sul numero e non sullo sviluppo, sulla qualità.

Basterebbe solo far sapere che per i territori i cui comuni rientrano nei Parchi è nell’ordine attribuita priorita’ nella concessione di finanziamenti statali e regionali richiesti.

Il Parco Regionale Naturalistico dei Monti e Borghi e Monti Peloritani, è una proposta portata avanti dal GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi nella provincia di Messina, che ho il piacere e l’onore di dirigere. Del Parco dei Monti Peloritani se ne è parlato, a fasi alterne, già da qualche decennio, sicuramente dal 1981 con la legge regionale n.98 “Norme per l’istituzione nella Regione Siciliana di parchi e riserve naturali”.

Se ne è tornato a parlare nel 2006 con un Comitato spontaneo; se ne è parlato nel 2017 con il disegno di legge n.192/2013, che all’art. 77 prevedeva l’istituzione del Parco, poi non aprovato dall’ARS nell’agosto del 2017.

Se ne è parlato nuovamente nell’ottobre del 2021 in un convegno dedicato da cui ha preso corpo il Comitato Proponente proprio su input del GAL Tirrenico MMB il cui territorio dei Monti Peloritani è già in gran parte una vasta area protetta, visto che ricadono integralmente diverse aree protette di Natura 2000, tra Siti di interesse comunitario (Sic) Zone di protezione speciale (Zps), la Riserva naturale orientata di Fiumedinisi e Monte Scuderi, la riserva di Marinello, zone di alto interesse paesaggistico e GEO Siti riconosciuti anche di interesse mondiale, come la “Rocca Salvatesta” di Novara di Sicilia, oltre a migliaia di ettari di demanio forestale regionale.

Agli aspetti naturalistici del “Parco” vanno sommati quelli umani, segnati da una presenza che rivela emergenze di tipo architettonico, archeologico ed etnoantropologico.

Piccoli centri abitati , castelli, fortificazioni, monasteri, chiese, siti archeologici, forti e strade militari, fontane, abbeveratoi, acquedotti, mulini ad acqua, palmenti, trappeti, opifici industriali, sentieri storici, neviere, abitazioni rurali, recinti per animali, muretti di pietrame a secco .

Il Parco, indubbiamente, aiuterebbe ad incrementare e diversificare i flussi turistici, che comporterebbe l’aumento della commercializzazione dei beni materiali, e in primo luogo dei prodotti agricoli tipici di qualità, e dell’artigianato storico.

Quella del Parco, totalmente, sarebbe un’area di circa a 50.000 ettari, ricadente al di sopra dei 3-400 metri di quota, distribuita su una cinquantina di Comuni, che vanno da Messina (l’area non urbana) a Taormina, a Novara di Sicilia, a Tripi, sino ad Oliveri.

E, come già accaduto in altre realtà, anche qui il Parco potenzierebbe quel modello alternativo e sostenibile di gestione territoriale che i GAL propongono e possono attuare, specialmente in un territorio come i Peloritani dove i Comuni, piccoli o piccolissimi, sono incapaci, da soli, di mettere in campo programmi articolati di sviluppo sia per la diffusione di interventi strutturali, per la formazione e per la diffusione di una cultura imprenditoriale e di microaziende sostenibili.

L’Area Vasta, è un livello amministrativo territoriale intermedio tra la Regione e i Comuni, introdotto in Italia dalla legge 56/2014 e che comprende le Province e le Città Metropolitane. Serve a pianificare e coordinare lo sviluppo territoriale, le risorse e i servizi pubblici (come urbanistica, trasporti, ambiente e servizi sanitari) su un’area più ampia di un singolo comune. In ambito sanitario, il concetto viene utilizzato anche per coordinare le aziende sanitarie e i servizi di assistenza su un determinato territorio.

Ma, senza andare troppo lontano e rimanendo nell’ambito degli aspetti paesaggistici e vulcanologici, l’art.1-Bis della L. 394/1991, prevede che “il Ministro dell’ambiente promuove, per ciascuno dei sistemi territoriali dei parchi dell’arco alpino, dell’appennino, delle isole e di aree marine protette, accordi di programma per lo sviluppo di azioni economiche sostenibili con particolare riferimento ad attivita’ agro-silvo-pastorali tradizionali, dell’agriturismo e del turismo ambientali, con le regioni e con altri soggetti pubblici e privati”.

La Calabria e i monti Peloritani rientrano nel sistema dell’Appennino e dato che le Eolie sono “isole” ed “avrebbero” un Parco, si potrebbe attivare un Accordo di Programma per uno sviluppo sostenibile concertato per tutto l’areale del basso tirreno che potrebbe dare un futuro altro a questa parte di sud-Italia.

Alla politica l’ardua sentenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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