Sommessamente
A 33 anni dalla strage di Capaci, il volto di Giovanni Falcone ( che scegliamo nella foto con Paolo Borsellino ucciso due mesi dopo nella strage di via D’Amelio) continua a rappresentare il simbolo più alto del coraggio contro la mafia. Nella Giornata della Legalità, che si celebra ogni 23 maggio, la sua immagine riaffiora tra le scuole, nelle piazze, nei tribunali, nei cuori di chi non ha mai smesso di credere nella giustizia.
Eppure, a oltre tre decenni da quel boato che squarciò l’autostrada e la coscienza di un Paese, molte zone d’ombra restano intatte. Depistaggi, omissioni e silenzi ancora avvolgono la verità piena su quell’attentato di Stato e di mafia, lasciando aperta una ferita che la memoria sola non basta a sanare.
Oggi Falcone, come Borsellino, è ritratto in mille volti: nei murales dei quartieri, nei volti degli studenti, nelle cerimonie ufficiali. Ma più ancora, Falcone e lo stesso Borsellino sono presenza viva ogni volta che si lotta per la trasparenza, ogni volta che si rifiuta il compromesso, ogni volta che si sceglie di dire no alla cultura dell’omertà.
La legalità non è una celebrazione, è una scelta quotidiana. E in questo giorno, più che mai, ricordarlo significa anche chiedere con forza che venga fatta luce sulle verità negate.