Definito il censimento sulla movimentazione di abitanti interessati dalle disposizioni dell’ordinanza sindacale n.124 dello scorso 20 novembre che, com’è noto , disciplina da oggi il trasferimento notturno ( dalle 23,00 alle 6,00) dalle zone rosse , per un mese. Il tempo necessario per una esatta valutazione, attraverso il monitoraggio Ingv – Arpa dei rischi connessi alla presenza di anidride carbonica e solforosa. Sono 29 le famiglie ( 50 persone) che hanno preferito trasferirsi fuori dall’isola; 93 sono, invece, le famiglie ( 195 persone) rimaste nell’isola; 11 famiglie (23 persone) sono rimaste nelle loro abitazioni e 20 famiglie ( 40 persone) sono state sistemate dal Comune nel residence Vulcano blu.
Frattanto sono sbarcate un’ambulanza della Croce Rossa e cinque autoveicoli dei Carabinieri per i controlli notturni antisciacallaggio.
“Noi – ha dichiarato il sindaco Marco Giorgianni-abbiamo un dato complessivo di immissione in atmosfera, che è di 480 tonnellate giornaliere di CO2 (il valore normale è di 80, ndr), un dato certamente preoccupante. Non sappiamo, però, qual è la ricaduta sul territorio: se questa quantità si distribuisce su un chilometro quadrato è una cosa, se su una porzione di 5 chilometri quadrati un’altra”, aggiunge. “Nell’attesa di conoscere anche questo valore, ed è un aspetto di cui si occupa la comunità scientifica e per il quale ci vorrà circa un mese, in via prudenziale abbiamo ritenuto che fosse opportuno spostare durante la notte i cittadini che vivono nella zona ‘rossa’”. E allora come mai durante il giorno le attività proseguiranno regolarmente? “Gli studi scientifici hanno dimostrato che questo gas si concentra tra gli 80 centimetri e un metro da terra, è un gas pesante che ha come effetto quello di ridurre la quantità di ossigeno, quindi di rendere più difficile la respirazione. Da qui il rischio di non accorgersene durante le ore notturne mentre si dorme”. L’ordinanza prevede anche la possibilità per chi risiede nei piani superiori al pianoterra di restare nelle proprie abitazioni, “previa verifica e attestazione delle condizioni di sicurezza, da parte delle autorità competenti”. “A Vulcano si contano sulle dita di una mano le case che si trovano al secondo piano – spiega Giorgianni -. Si tratta di un numero limitatissimo di casi e a ogni modo prima essere autorizzati a restare saranno effettuate misurazioni per escludere ogni rischio”.