Gentile direttore,
pur mancando poco più di due mesi all’appuntamento con le elezioni amministrative, il sentimento maggiormente diffuso nel paese è il più assoluto disinteresse accompagnato da grande confusione.
Con estremo sgomento, in svariate occasioni, mi sono trovato a confrontarmi con tanti concittadini, dai quali sento sempre le medesime – probabilmente giustificate – frasi: “tanto chiunque vince non cambierà nulla”, “cosa mi importa, tanto il voto libero non esiste. Qui vincono i portatori di interessi”, “la politica è inutile”, “tanto penseranno solo al loro piccolo orticello” etc. etc.
Sia chiaro, non che queste persone abbiano torto. La colpa non è certo loro ascrivibile, bensì a chi si è occupato, almeno nell’ultimo decennio, di gestire – male – la Res Pubblica. La colpa va ascritta a chi non è stato in grado di valorizzare il nostro territorio e le sue potenzialità, la colpa è di chi ha promesso un’evoluzione rendendosi però portatore solo di involuzione.
Ma può mai essere il disinteresse la soluzione ?
Quando una decina d’anni fa mi appassionai alla vita politica ricordo che uno dei motivi per i quali decisi di farlo fu il fermo convincimento che puoi anche non occuparti di politica, ma la politica si occuperà di te.
Credo fermamente quindi sia necessario riportare tra le strade la passione per quella che dovrebbe essere l’arte più elevata alla quale dedicarsi.
Ma per far questo è necessario che tutti gli interpreti della vita politica del paese inizino a smettere di pensare che “far politica” significa solo tessere trame e accordi nel vetusto convincimento che il voto sia pilotato e pilotabile. Perché le persone si interessino alla vita politica è necessario che la comincino a vedere come una concreta opportunità di rinascita e di sviluppo.
A pochi mesi dalle elezioni osservo solo aspiranti sindaci convinti di poter fare la differenza da soli, così impegnati nel convincere i loro stessi supporter (ad ascoltare questi hanno già vinto tutti) da dimenticarsi che la Politica (quella con la P maiuscola) è cooperazione, confronto e soprattutto coraggio.
Coraggio di affrontare i temi ostici non in termini di mera propaganda elettorale ma nel concreto.
Coraggio di stare in mezzo alle persone e confrontarsi con loro, parlando di progettualità e prendendo pubblicamente impegni concreti e realizzabili.
Coraggio nell’affrontare i problemi veri, quelli quotidiani.
Tra tutti gli aspiranti sindaci non abbiamo ancora avuto il piacere di ascoltarne solo uno parlare al paese di cose concrete.
Nessuno ha affrontato ad esempio il tema dello smaltimento dei rifiuti. Ma è possibile che tale servizio costi dieci volte di più di quanto costava nell’anno 2000 e le nostre strade siano egualmente piene di rifiuti?
Nessuno ha affrontato seriamente il tema dei trasporti e della portualità.
Nessuno parla di progettualità in termini di sviluppo ecosostenibile o di autonomia energetica.
Nessuno parla della desertificazione nei mesi invernali.
Queste meravigliose isole meritano di più. Meritano un futuro luminoso, che solo con duro lavoro e competenze serie a disposizione della collettività sarà possibile realizzare. Queste isole meritano di divenire un modello di sviluppo ecosostenibile per il paese.
Abbiamo tutte le risorse necessarie, servono solo le persone giuste.
Auspico che chi ritiene di avere le competenze e la capacità di governare questo meraviglioso territorio per i prossimi anni decida di imboccare una strada diversa.
E ciò va fatto sin da subito. Coinvolgendo le persone e aprendo discussioni serie su ciò che va realizzato per valorizzare il nostro territorio. Per migliorare la vita dei residenti e dei turisti, che sono la nostra principale fonte di reddito.
Auspico che tutti coloro i quali credono di potersi accollare questo immane onere – di sicuro persone umanamente e professionalmente stimabili – siano in grado di presentarsi ai loro concittadini con progetti seri e realizzabili, confrontandosi con loro quotidianamente e con i loro avversari da domani sino al giorno prima del voto, mettendosi in discussione e coinvolgendo il paese.
Auspico che queste persone escano dalle loro sedi e si ricordino che l’arte della politica va fatta in strada. Non in circoli riservati. Non tra gli amici degli amici.
Auspico in ultimo che la campagna elettorale possa seriamente iniziare e possa coinvolgere tutti.
In caso contrario, chiunque vincerà queste elezioni, non avrà né la capacità né la possibilità concreta di dare a questo paese ciò che merita.
E prima o poi qualcuno – ragionevolmente i nostri figli, forse i nostri nipoti – ci chiameranno a rispondere del nostro disinteresse e della nostra incapacità di guardare al futuro.
Avv. Gianluca Corrado