Silvia Carbone dalla quarantena…a supporto dell’Usca

La “vulcanica” operatrice turistica segnala una disattenzione di troppo ma anche la professionalità dei medici

di Silvia Carbone

Nella vita ci sono millemila “PRIME VOLTE”.
Io ne ho ricordi disparati, da quelle meravigliose a quelle più devastanti.
In questa occasione, diciamo, mi ritengo fortunata, anche se colta di sorpresa. Non è un segreto, e non capisco perché per altri lo sia, che sono in QUARANTENA per aver avuto contatti con un malato di Covid.
Ma siccome era la prima volta, mi sono chiesta: “E ora che si fa?“; “quale percorso da fare e chi me lo spiegherà?”


La preoccupazione ovviamente non è per me, ma per la persona contagiata.
Ecco, non è stato e non è affatto facile come ormai dovrebbe essere, visto che è passato un anno….

Comunque, giovedì 21 gennaio il Signor X (privacy) si sente male , molto male, improvvisamente durante il pranzo (Eravamo in tre)
Il primo contatto è stato col 118, cosa piuttosto confusa, visto che la sala operativa (si dice così nei film…) non è a Lipari e chi risponde non può assolutamente sapere che, nel panico del momento, dai indicazioni del tutto liparote, tipo…in piazza a Canneto, nel vicolo di XXX bar, di fronte a Casajanca…

Poi ti calmi e ricordi l’indirizzo mappabile…
Così, dopo 20 minuti esatti, arriva l’autoambulanza con delle persone irriconoscibili , bardate come sono, e vorrei vedere…
Siccome X si era ripreso da quello che ai miei occhi sembrava un collasso piuttosto preoccupante, gli misurano la temperatura e gli fanno il tampone. Pressione?? Saturazione? Polso? Respirazione? non pervenuti, ma vabbé, X si era ripreso anche grazie alle manovre che ho imparato guardando i film e le serie tv che tanto mi tengono compagnia in questa quarantena.
Manovre che però mi hanno portato ad un incontro molto ravvicinato, anche se avevo la mascherina.
No, non ho fatto la respirazione bocca a bocca, ma poco c’è mancato…

X tampone rapido positivo, molecolare fatto e in attesa, mio marito ed io negativi.
E ora? E ora viene l’USCA , mi comunicano ufficialmente.
Giovedì 21 pomeriggio tardo non si è ancora visto nessuno…
Siccome io sono notoriamente una rompi…ad un certo punto, grazie a mie risorse che non sto qua a dire, chiamo io l’USCA.
Signora, ma come fa Lei ad avere il nostro numero? E’ un numero privato..” ah si , vabbè, lo pago anche io il vostro numero…Comunque mi ringraziano perchè il personale del 118 aveva sorvolato sulla trasmissione dei dati per rendere raggiungibile X, tanto che l’USCA stava indagando su tale Signor X e dove rintracciarlo.

Ora X è chiuso da solo nell’appartamentino in cui abita da tempo, mio marito e io in casa nostra. Una luna di miele dopo 32 anni ci sta, no? Vabbè…
Gli danno una terapia di base per prevenire peggioramenti, non ha bisogno di ospedale, grazie a Dio. L’USCA è presente fino a lunedì 25, il martedì 26 una telefonata, il mercoledì 27 nulla…

Mi informo anche con un altro contagiato, che sta in casa qui a Lipari, diciamo Y (come lo so? Perché le persone si fidano di me, stranamente)
Anche lui nulla di nulla dopo il primo momento.
Chiusi in casa, terapia e ciaone….

Ora io mi arrovello per capire…ma non me ne faccio una ragione…a regola, a conti fatti, a Lipari ci sono 2, proprio 2 contagiati in isolamento fiduciario…Non mi pare proprio il caos…
Siccome a me piace capire le cose, stamani ( ieri , ndd), giovedì 28, chiamo l’USCA perchè , tra l’altro , non mi piace l’andamento della saturazione di X…
Stavolta, invece della gentilissima Dottoressa con cui ho parlato altre volte, mi risponde un uomo, che mi dice ” non siamo tenuti a visitare i pazienti a domicilio” e mi chiude il telefono in faccia. Ora io non sono malata, e quindi nemmeno paziente… ho perciò telefonato al “mondo creato” di camilleriana memoria, attriccandomi praticamente con chiunque.

Fortuna ha voluto che la pazientissima Dottoressa Spadaro, il Dottor Bruno Natale e il Dottore Saragò hanno trovato le risposte alle mie questioni, calmando la mia proverbiale impazienza…
Risultato? L’USCA ha prima telefonato a X, a Y, poi è venuta a visitare X….ma allora si può o non si può seguire un paziente domiciliare? Mah….
L’altra cosa che non comprendo è la questione spazzatura. Irrisolta , apparentemente con un classico meccanismo di scaricabarile…

Come finì la cosa? Di seguito le istruzioni datemi dalla ASP:
se vi sentite male chiamate il 118 e date indicazioni mappabili;
assicuratevi che l’USCA sappia esattamente come rintracciarvi;
sperate sempre che vi risponda la Dottoressa, che è impeccabile;
se siete a casa in isolamento fiduciario positivi al Covid e avete bisogno chiamate il vostro medico curante o la Guardia Medica che allerteranno l’USCA;

tenete sempre a portata di mano il saturimetro se ve lo hanno suggerito; non esitate a rompere le scatole se ne avete bisogno insistete, è un vostro diritto;
La spazzatura? Tenetevela.

Dalla quarantena per ora è tutto.
Saluti
Silvia Carbone