
Riceviamo da Angelo Sidoti e pubblichiamo
Giuro che non comprendo il grido allo scandalo sulla eventuale applicazione nel nostro Comune dell’imposta di soggiorno. In Italia sono ben 480 i Comuni che hanno adottato questo tributo locale. Introdotta negli ultimi due anni, la tassa di soggiorno é un supplemento che ogni turista paga per ogni notte che soggiorna in una struttura ricettiva; la tassa dovrebbe servire come contributo per la salvaguardia e il mantenimento dell’infrastruttura turistica (pulizia, spiagge, sentieri, cultura ecc.).
La stessa può definirsi una vera e proprio tassa di scopo (un’imposta finalizzata al perseguimento di particolari obiettivi. In questo senso a breve ci saranno provvedimenti governativi vedi articoli pubblicati sul sole 24ore).
Per quanto riguarda la tassa di sbarco, la cui applicazione in misura più elevata e’ ormai fallita, continuerà ad essere applicata nella misura attuale estendendola con delibera consiliare anche alle attività commerciali e non solo alle compagnie di navigazione di linea (questo avviene già a Capri.. basta scaricare il regolamento dei due Comuni dell’Isola).
Penso che il Comune non ha strade alternative da percorrere. Certo bisogna comprendere l’ammontare effettivo del disequilibrio finanziario dell’Ente che continua ad essere un segreto di stato.
Domando: queste imposte di scopo (secondo me lo sono entrambe) liberano risorse finanziarie del Comune attualmente destinate per i servizi turistici di cui sopra? Quali sono questi servizi? L’Amministrazione e’ in grado di quantificarne i benefici economici ovvero risparmi minori spese correnti?
Gli albergatori dovrebbero “pretendere” dall’Ente che le somme introitate vengano periodicamente rendicontate (magari in una commissione specifica legata al settore turistico o in quella di bilancio), come anche giustificato nel dettaglio il loro utilizzo.