A Salina e Panarea le Summer School internazionali sull’ecologia e sul funzionamento della Posidonia oceanica e sulle sorgenti termali sottomarine, come laboratori naturali per studiare la crisi climatica
Dal 28 settembre al 3 ottobre si è svolta a Salina la 2° Summer School ‘Ecologia e funzionamento delle prateria di Posidonia oceanica’, e dal 5 al 10 Ottobre a Panarea la 6° edizione della Summer school sugli ‘Hydrothermal vents come laboratori naturali per studiare la crisi climatica e il ruolo della Posidonia oceanica nei processi di mitigazione’.
Le Summer school hanno coinvolto 18 studenti universitari e giovani laureati e dottorandi in discipline scientifiche provenienti da diverse Università italiane e straniere.
L’iniziativa, supportata da Blue Marine Foundation, è stata avviata con la supervisione scientifica della Stazione Zoologica Anton Dohrn (Napoli), dell’Istituto Spagnolo di Oceanografia (IEO-CSIC), dell’Università La Sapienza e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Applicata (OGS, Trieste) in collaborazione con INGV Palermo e con il supporto logistico in mare del diving locale Amphibia.
Gli studenti hanno avuto la possibilità di partecipare a varie lezioni teoriche, ad attività di laboratorio e a diverse immersioni scientifiche, effettuando prelievi e misurazioni in 10 diversi siti tra Salina e Panarea, per stimare le principali caratteristiche ecologiche della posidonia e di altre fanerogame marine presenti nell’area, nonché studiare gli hydrothermal vents (sorgenti idrotermali sottomarine) come laboratori di osservazione dell’acidificazione delle acque marine, e le risposte di questa pianta marina a questo fenomeno globale.
La Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mediterraneo. È in grado di catturare CO2 dall’atmosfera e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’equilibrio ecologico del mare. Gli Hydrothermal vents presenti a Panarea, hanno invece una straordinaria importanza geologica ed ecologica. Considerati dei laboratori naturali, simulano le possibili condizioni future degli oceani rispetto ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento dei mari. Ecco perché lo studio di questi ambienti è così importante per la conservazione degli ecosistemi del Mediterraneo.