di Laura Natoli
Caro presidente Draghi,
le scuole oggi NON sono un posto sicuro, per lo meno non tutte. Lo sarebbero se in questi quasi due anni di pandemia si fosse provveduto ad alcuni interventi precisi:
1) investire sui sistemi di purificazione dell’aria negli ambienti chiusi ( perché non si può pensare nel XXI secolo che la strategia sia di stare in classe con le finestre aperte e fuori il freddo e il gelo come a Betlemme nell’anno zero!!!)
2) dotare tutte le aule della tecnologia LIM e tutte le scuole del cablaggio adeguato a tale funzionamento, per poter ricorrere alla didattica digitale integrata in caso di necessità ( e condizioni meteo avverse!);
3) aumentare la disponibilità di docenti e personale ATA per sopperire alle assenze del personale scolastico nei periodi di aumenti dei contagi;
4) aumentare la disponibilità del personale USCA, con gruppi dedicati alle scuole, per organizzare screening periodici e a tappeto in caso di rientro dopo le vacanze;
Solo dopo aver fatto e VERIFICATO questo, avreste potuto sostenere con onestà che le scuole sono un posto sicuro.
Infine, nella valutazione sulla situazione attuale le scuole non vanno proprio considerate, proprio perché sono state chiuse e pertanto non hanno contribuito nè in un senso nè nell’altro all’andamento della curva dei contagi (errore di statistica spicciola!!!).
Sostenere il contrario e basarsi su questo per deciderne la riapertura regolare è stata una scelta prettamente politica, che non ha tenuto conto delle reali conseguenze e delle diversità dei territori.
Ci accorgeremo presto, infatti, che le misure anti covid decise in caso di contagio nelle scuole manderanno in tilt interi istituti, perché NON sono applicabili!
Caro presidente Draghi e caro ministro Bianchi, distinguete 200 giorni di scuole aperte da 200 giorni di lezioni.
I nostri ragazzi hanno bisogno di 200 giorni di effettive LEZIONI, ne hanno diritto e noi lo pretendiamo!
Tutto il resto sono chiacchiere!!!