22-settembre-98-5r22 settembre 1998

La scomparsa di Giuseppe Profilio

 Il 22 settembre 1998 le Eolie scoprono che il pescatore Giuseppe Profilio, 34 anni, è scomparso da due giorni. La notizia viene data da tutta la stampa regionale, “Gazzetta del sud”, “Corriere del Mezzogiorno”, “Giornale di Sicilia”, “La Sicilia”. Seguiranno giorni di ansia e di speranza, ma la vicenda, a distanza di quasi vent’anni, rimane ancora oggi un mistero.

Peppe Profilio era partito all’alba, intorno alle 3 del mattino della domenica 20, per una battuta di pesca a caponi. Peppe era un pescatore, nato e cresciuto in una famiglia e tra i pescatori di Marina Lunga. Aveva preso il largo con il suo peschereccio, una barca bianca di circa otto metri, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato intorno alle 19,00. Non vedendo rientrare i familiari, immediatamente, avevano informato la guardia costiera. A seguito del padre e dei fratelli, tutta la marineria di Lipari si era posta alla ricerca della barca di Peppe. L’intero arcipelago era setacciato per poter individuare la barca, forse in avaria, anche perché nessuno era stato in grado di indicare una direzione approssimativa verso la quale si era diretto per andare a pescare. Nella mattinata aveva parlato con due barche di pescatori di Lipari via radio; alcuni lo avevano visto verso le 11 in navigazione verso Vulcano, forse per dirigersi successivamente verso la costa siciliana tra Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello.

Le ricerche erano scattate anche da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, insieme ai mezzi dei carabinieri e della guardia di finanza. Ai mezzi navali si erano aggiunti anche quattro elicotteri della polizia di Stato, vigili del fuoco, guardia di finanzia, marina militare).

Il comandante Sciarrone e il maresciallo Guarnuto, del Circomare di Lipari, avevano chiesto anche la collaborazione di tutti i mezzi marittimi in transito nel mare delle Eolie, aliscafi, traghetti, navi cisterna, mercantili, diportisti nel tentativo di individuare l’imbarcazione.

Dopo due giorni, vani, di ricerca, escludendo le situazioni limite (una improvvisa tempesta) erano iniziate a circolare le prime ipotesi:

Peppe si era sentito male ed era finito in mare?

Mentre era intento a pescare un’onda anomala gli aveva fatto perdere l’equilibrio e finire in mare mentre la barca proseguiva la sua rotta, rendendo impossibile una risalita a bordo?

Si era verificato un incidente con conseguente affondamento della barca?

Qualcuno arrivava ad ipotizzare uno speronamento da parte di una imbarcazione più grande.

Una delle ipotesi più inquietanti era avanzata da Peppe Paino sulle pagine del Corriere:  “i pescatori liparesi temono seriamente che si possa trattare della cosiddetta “guerra del pesce” iniziata di recente con i colleghi calabresi, che nei giorni scorsi hanno aggredito in mare aperto un pescatore liparoto”.

Il 23 settembre, viene data la notizia del ritrovamento dell’imbarcazione sul litorale di Nocera Tirinese a dieci chilometri circa da Vibo Valentia. Nel corso della notte i carabinieri avevano perlustrato sia l’area intorno alla barca  sia lungo la costa calabra. A bordo della barca tutto sembrava essere in  ordine.

Il ritrovamento della barca sulla costa calabra alimentava l’ipotesi della “guerra del pesce” anche se l’episodio dell’aggressione di qualche giorno prima non risultava segnalato alle competenti autorità marittime.

Il giorno successivo, con le notizie arrivate dalla Calabria, il mistero si infittisce, infatti, la barca era in perfetto ordine: tutti gli strumenti di bordo comprese le lenze per la pesca, il pesce pescato e la borsa dei viveri per il pranzo erano al loro posto. Si ipotizza che qualsiasi cosa sia successa a Profilio sia avvenuta nella tarda mattinata e prima del pranzo.

Il 24 settembre, dopo oltre 80 ore di ricerca le speranze di trovare Peppe in vita si attenuano, scrive Sarpi, sulla Gazzetta: “si sta cercando il corpo per restituirlo alla famiglia e per chiarire quanto accaduto”. Tutte le ipotesi, sino a quel momento, era in piedi: incidente, malato, “guerra” fra pescatori, “probabilmente, l’uomo è caduto in mare, mentre era intento a pescare” scriveva Bartolino Leone il 24 settembre sul Giornale di Sicilia.

A distanza di quasi un ventennio dalla scomparsa il giallo rimane ancora tale.

 

Giuseppe La Greca

 

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