Eolie storia recente, 2 agosto 2004

cartolina anni settanta2 agosto 2004

Via gli aliscafi da Marina Corta

 “Quello che sembrava un sogno irrealizzabile da ieri è realtà. Si cambia dopo tanti anni e si chiude una pagina per aprirne un’altra che regalerà per intero al godimento turistico l’intero perimetro di Marina Corta affrancata dagli sbuffi inquinanti degli aliscafi e dal caotico via vai dei passeggeri diretti agli imbarchi (…) dopo aver superato il problema delle pescherie che vi insistono, di fare di quella piazza il tanto decantato “salotto” dell’isola”, scriveva Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del Sud del 3 agosto 2004.

Dichiarava il sindaco: Marina Corta non verrà abbandonata ma si farà tutto quanto è possibile per trasformarla in un importante grande salotto.

Per molti il trasferimento in piena stagione turistica messo in atto dal sindaco pro-tempore Mariano Bruno, fu salutato con un  risultato straordinario in grado di trasformare in breve tempo Marina Corta nel grande salotto dell’isola.

La guerra fredda si trasforma in scontro aperto intorno alla metà del mese di aprile del 2005 nel momento in cui il ricorso al TAR del “Comitato Marina Corta“ (costituito da una sessantina di esercenti) non viene accolto.

Gli iscritti al Comitato, in attesa di conoscere le motivazioni che avevano portato al rigetto della sospensiva, dopo aver incontrato il vice sindaco Guarino e il consigliere comunale Lelio Finocchiaro, dichiararono lo stato di agitazione (tutte le loro richieste anche le più semplici, come la collocazione della cartellonistica che indicasse ai turisti che sbarcavano a Sottomonastero, dove si trovava Marina Corta, non erano state ancora accolte. Inoltre dei lavori definiti di riqualificazione, non c’era alcuna traccia).

Il successiva 24 aprile 2005 si tiene una seduta del consiglio comunale con aveva all’ordine del giorno il punto “Riqualificazione di Marina Corta”. La seduta era stata estremamente caotica. I consiglieri di maggioranza si erano scontrati aspramente (Corrado Giannò contro Emanuele Carnevale) parole di fuoco erano intercorse tra il sindaco del tempo Bruno e il suo predecessore Giacomantonio; gli esercenti di Marina Corta che avevano abbandonato l’aula nel momento in cui parlava il sindaco Bruno e rientravano appena toccava ai consiglieri Carnevale e Giacomantonio. Il consiglio venne rinviato al successivo 13 maggio.

Il 13 maggio gli esercenti esasperati occuparono l’aula del consiglio comunale, con in testa le donne. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la decisione, adottata a maggioranza del consiglio, di lasciare gli aliscafi a “Sottomonastero” (votarono contro Carnevale. Di Lillo, Giacomantonio, Allegrino e Profilio). Alla protesta, in segno di solidarietà con gli imprenditori, presero parte anche tre consiglieri; uno di minoranza, Giacomantonio, e due di maggioranza, Emanuele Carnevale e Giuseppe Di Lillo. A distanza di una settimana il vice presidente dell’associazione “Marina Corta”, Mimmo Ziino ribadiva: “andremo avanti fin quando gli aliscafi non ritorneranno n el nostro scalo, in attesa di realizzare la diga foranea di Sottomonastero per un attracco in sicurezza di navi e aliscafi. E anche per mettere in atto tutte quelle misure per evitare che Marina Corta sia emarginata dalla vita cittadina e quindi dall’economia liparese, come di fatto oggi avviene”.

L’occupazione dell’aula consiliare termina dopo un incontro il prefettura il 19 maggio. All’incontro con il prefetto Scamacca parteciparono Rosanna Lorizio, Mimmo Ziino e Francesco Bertè, i consiglieri comunali Michele Giacomantonio ed Emanuele Carnevale gli onorevoli Poppo Rao e Filippo Panarello (che aveva presentato una interrogazione all’ARS nella quale poneva in risalto in fatto che “lo spostamento avvenuto nell’agosto 2004 in maniera affrettata e superficiale, ha dato luogo a numerosi disservizi. L’amministrazione è venuta meno agli impegni assunti con gli operatori economici, in particolare di Marina Corta, di accompagnare lo spostamento con misure di riqualificazione della stessa area”) Il Prefetto assicurò la convocazione di una conferenza di servizi nella settimana successiva a Lipari per tornare a parlare della problematica.

A distanza di qualche mese, ai primi di agosto, il trasferimento degli aliscafi da Marina Corta a Sottomonastero approdò in Parlamento. L’interrogazione venne presentata dal deputato della Margherita Rino Piscitello al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.

dalla metà di maggio – puntualizzava il deputato – è in atto una protesta organizzata dall’associazione “Marina Corta” contro la scelta dell’amministrazione comunale di spostare l’attracco degli aliscafi a Sottomonastero, compiuta il 2 agosto 2004. L’associazione ha cercato una soluzione: da prima opponendosi con un ricorso al Tar, in seguito accettando un confronto con l’amministrazione. Al fallimento di tale confronto si è proceduto ad una protesta estrema, ovvero l’occupazione della sala del consiglio. La stessa associazione ha richiesto il temporaneo ritorno degli aliscafi al vecchio sito, anche perché la nuova soluzione di attracco non risulta soddisfacente, in quanto il pontile individuato è del tutto inadeguato, esposto com’è allo scirocco che ne impedisce l’operatività per diverse giornate l’anno specialmente nella stagione invernale”.

La doccia fredda sulle aspettative degli operatori di Marina Corta arriva nella metà di ottobre, quando a seguito dei lavori di adeguamento del pontile a giorno di Sottomonastero si credeva al ritorno degli aliscafi nella Penisola del Purgatorio. Il sindaco Bruno decise di attrezzare l’attracco di Punta Scaliddi.

L’anno successivo, ad ulteriore conferma dell’assenza di un qualsiasi progetto per Marina Corta, le strutture di proprietà del Comune di Lipari, l’ex biglietteria sulla Penisola del Purgatorio e il palazzo della Pescheria, venivano inserite nella più ampia operazione della Lipari Porti per “sparire” da qualsiasi progetto alternativo finalizzato allo sviluppo dell’area.

Il sindaco Bruno, senza un reale piano di sviluppo del Paese e della complessiva area di Marina Corta, decise lo spostamento con l’emissione di qualche ordinanza e la sostanziale condivisione nella scelta dell’allora comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari; arroccandosi contro qualsiasi ipotesi di buon senso suggerita negli anni precedenti da quasi tutte le forze politiche presenti nel Paese.

Era così urgente spostare gli aliscafi?

 

Giuseppe La Greca

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