(Player.it – Salvatore Montagnolo) L’abitudine di guardare contenuti in streaming è sempre esistita, anche prima dell’arrivo delle piattaforme come Netflix o Prime Video che hanno in un certo senso legalizzato ciò che prima era un’azione illecita. Le aziende che abbiamo appena citato, ma anche altre come DAZN per quanto concerne gli eventi sportivi in diretta, non hanno fatto altro che permettere agli utenti di guardare contenuti in streaming come già si faceva in precedenza, ma con la sicurezza di non correre rischi.
Questa realtà dei fatti ha spaccato in due l’opinione pubblica: da una parte moltissime persone hanno visto l’arrivo delle piattaforme di streaming come una manna dal cielo, non tanto per una questione di sicurezza, ma anche per le numerose possibilità che offrono come la qualità audio e video; dall’altra però ci sono ancora tante persone che non hanno mai accettato il fatto che bisognasse pagare per qualcosa che è sempre stato gratis (seppur non proprio legale).
Lo sviluppo e la diffusione delle piattaforme di streaming hanno fatto crescere di pari passo anche la pirateria e il cosiddetto “pezzotto”: ovvero uno strumento, che può essere sia fisico che digitale, che permette di avere accesso a cataloghi praticamente infiniti ai quali normalmente si può avere accesso solamente pagamento l’abbonamento a piattaforme come Netflix, DAZN, Prime Video, Disney+, ma anche diversi canali in pay-per-view come quelli di Sky.
La piattaforma più colpita dal cosiddetto pezzotto è stata proprio DAZN dato che è l’emittente che detiene i diritti del campionato di calcio di Serie A e anche di tante altre competizioni calcistiche e sportive come la UEFA Europa League e la UEFA Conference League. Il calcio è lo sport più seguito in Italia e nel nostro paese ci sono decine di milioni di appassionati di calcio tra i quali si nasconde anche una buona fetta di utenti che utilizza la pirateria per guardare partite in streaming senza pagare l’abbonamento.
I possessori del “pezzotto” utilizzano uno strumento chiamato IPTV che, di per sé, non è illegale dato che permette di guardare una serie di canali in streaming che originariamente sono in chiaro; ma diventa illegale dal momento in cui questa IPTV viene utilizzata per collegarsi a canali a pagamento o contenuti in streaming che normalmente andrebbero sbloccati tramite il pagamento di un abbonamento mensile.
DAZN, la Lega di Serie A e le autorità cercano di combattere la pirateria da diversi anni e stagione dopo stagione mettono in pratica nuovi metodi per cercare di individuare i trasgressori e, di conseguenza, cercare di estirpare la pirateria dal mondo del calcio. Nelle ultime ore è stato comunicato che tutti coloro che verranno colti con le mani nel sacco rischiano una maxi multa che può arrivare anche a diverse migliaia di euro.
Come accennato in precedenza sono stati diversi i tentativi delle autorità e delle associazioni interessate per combattere la pirateria: uno di questi è il cosiddetto Piracy Shield, ovvero lo scudo anti-pirateria che è stato testato durante il match tra Inter e Juventus dello scorso 4 febbraio; questa barriera è stata inserita per cercare di carpire gli indirizzi di IP degli utenti che utilizzavano il pezzotto e bloccarli definitivamente.
Le autorità hanno dichiarato già in passato che lo scudo anti-pirateria verrà potenziato e verrà testato anche per altre partite di calcio, ma ciò che sta facendo preoccupare diversi utenti sono le conseguenze alle quali si potrebbe andare incontro se si venisse colti sul fatto a utilizzare IPTV e altre strumentazioni illegali per poter avere accesso a contenuti in streaming in maniera gratuita o comunque pagando un fornitore.
Chi utilizza IPTV in maniera illegale, dunque il cosiddetto pezzotto, può ricevere una multa che parte da un minimo di 150€ fino a un massimo di 5000€. Oltre alla sanzione amministrativa, c’è anche il rischio di essere denunciati dal punto di vista penale nel caso in cui la situazione sia reiterata e che venga appurato che siano presenti gli estremi per una punizione molto più grave rispetto alla multa salata.